Le indagini.
I finanzieri della compagnia di Gorizia hanno denunciato per tentata truffa aggravata uno psicologo ed un consulente finanziario, residenti rispettivamente tra le province di Venezia e Padova, quali dipendenti di un’agenzia viaggi con sede operativa nel padovano. Sono ritenuti responsabili di aver indotto in errore un pensionato goriziano, facendogli sottoscrivere un contratto che lo avrebbe obbligato al pagamento di 15 mila euro senza alcun servizio turistico in cambio.
Il meccanismo fraudolento adottato dai due denunciati è consistito, in un primo momento, nell’invito da parte dell’agenzia viaggi ad un appuntamento presso un hotel della provincia di Udine, al fine di ritirare una “vacanza premio” per tutta la famiglia e valutare l’iscrizione ad un “club vacanze” per beneficiare di ulteriori offerte. Il pensionato, unitamente alla moglie, entrambi di 70 anni circa, avrebbero solo dovuto accettare di incontrare presso la loro abitazione un consulente con il compito di illustrare nello specifico la proposta, commisurata alle esigenze e capacità economiche della famiglia.
Successivamente, in occasione dell’appuntamento, è stata confermata la vacanza gratuita “di prova” con la possibilità di beneficiare di altre vacanze a prezzi agevolati previa iscrizione al club e la sottoscrizione di due cambiali dell’importo totale di 3,7 mila euro.
All’incontro sono seguite ulteriori visite del consulente presso l’abitazione di residenza dei coniugi, che hanno visto la partecipazione anche di un altro professionista, con il compito di proporre un finanziamento o la cessione di una quota della pensione per il pagamento della somma che il pensionato avrebbe dovuto corrispondere per l’adesione al “club vacanze”.
Tale ultima circostanza ha indotto il pensionato, passato in pochi giorni da una “vacanza premio” alla cessione di una quota della pensione, a rivolgersi ad un legale di Gorizia, chiedendo il recesso dal contratto e presentando poi denuncia per tentata truffa alla procura della repubblica di Gorizia che ha demandato le indagini alle fiamme gialle.
Gli accertamenti sono consistiti, in una prima fase, nell’acquisizione e nell’esame dei tabulati telefonici delle utenze utilizzate per contattare il pensionato, nell’analisi dei contratti sottoscritti dal pensionato, nell’ascolto della registrazione audio di uno degli incontri tra i coniugi ed i consulenti. Hanno così permesso di identificare i due professionisti “adescatori” della famiglia goriziana nelle persone di uno psicologo residente in provincia di Venezia, iscritto all’ordine degli psicologi del Veneto, e di un consulente finanziario residente in provincia di Padova.
Dalla ricostruzione dei contatti tra i coniugi isontini e l’agenzia di viaggi è emerso che i due consulenti hanno indotto in errore il pensionato sui reali termini della proposta contrattuale sottoscritta. Questa aveva come oggetto reale l’acquisto di una multiproprietà e come contenuto apparente l’acquisto del diritto a usufruire dei servizi turistici di un non meglio precisato “club”, a fronte dell’obbligazione di corrispondere la somma di 15,4 mila euro, attraverso la sottoscrizione di due cambiali e la successiva richiesta di un finanziamento a un istituto bancario.
La seconda fase delle indagini si è incentrata sull’agenzia di viaggi padovana ed è consistita in accertamenti bancari e nella perquisizione del luogo d’esercizio e delle abitazioni degli amministratori, anche loro residenti in provincia di Padova. Ciò ha consentito di sottoporre a sequestro probatorio documentazione dal cui esame si è risaliti ad ulteriori 668 persone che, nel periodo dal 2014 al 2017, avevano subito i medesimi raggiri capitati al pensionato goriziano.
Gran parte di tali clienti, tutti residenti tra le province di Gorizia, Trieste, Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Vicenza, Belluno, Padova, Rovigo, Bolzano, Trento, Milano, Sondrio, Lodi, Como, Monza Brianza, Torino, Novara, Alessandria, Asti, Biella, Vercelli, Bologna, Modena, Ravenna, Forlì Cesena, Firenze, Livorno, Pesaro Urbino, Roma, erano tuttavia riusciti a rendersi conto della truffa, recedendo dai contratti firmati per l’adesione a questo fantomatico “club” e presentando, in alcuni casi, denuncia per truffa alle Autorità Giudiziarie competenti per territorio.
La procura, dopo aver disposto la conclusione delle indagini preliminari, ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio dei due “consulenti”, attualmente sotto processo presso il locale Tribunale per tentata truffa aggravata.
L’agenzia di viaggi padovana, la quale, dopo la conclusione delle indagini, ha cambiato ragione sociale e sede legale nominando un nuovo organo amministrativo, è stata denunciata all’autorità garante della concorrenza e del mercato per pratiche commerciali scorrette, mentre lo psicologo è stato segnalato all’ordine del Veneto per le conseguenti azioni disciplinari di competenza.
Per quanto concerne il sedicente consulente finanziario, peraltro gravato da iscrizioni a ruolo per debiti tributari per oltre 700 mila euro ed evasore totale per gli anni d’imposta 2016/2018, si è scoperto che non era iscritto all’albo dei consulenti finanziari, circostanza – questa – necessaria per proporre finanziamenti o cessione di quote della busta paga.