Il rimpatrio previsto a breve.
Due giovani friulani, Federica Amodio e Edoardo Nais, erano partiti in viaggio per il Giappone il 2 marzo, quando ancora in Friuli non c’erano casi di coronavirus e uno sviluppo tale della situazione non era immaginabile. Dal momento in cui gli aeroporti italiani sono stati chiusi, Federica e Edoardo sono rimasti intrappolati in Giappone, a quasi 10mila chilometri da casa.
“Abbiamo organizzato tutto il viaggio con un’agenzia di Udine e quella è stata la nostra salvezza. Nonostante il Ministro degli Esteri Di Maio abbia affermato più volte che gli italiani in giro per il mondo sarebbero stati rimpatriati immediatamente, in realtà ognuno doveva arrangiarsi a trovare il modo“, così Federica inizia a raccontare come sia rimasta bloccata in Giappone all’improvviso.
“Ho scritto una mail all’unità di crisi della Farnesina giorni fa – continua -, ma non ho ricevuto risposta“. Il volo di ritorno che i ragazzi avevano prenotato all’inizio del viaggio per il rientro in Italia partiva da Osaka e, tramite uno scalo a Parigi, arrivava poi a Venezia. Questi voli sono stati entrambi cancellati nei giorni successivi al diffondersi della pandemia. Da soli, i due hanno trovato un nuovo volo che da Osaka portava ad Amsterdam, poi a Bruxelles e, infine, a Roma, essendo Roma l’unico aeroporto funzionante in Italia.
Nessuna compagnia aerea ha mai risposto a telefono, anche l’agenzia era altalenante nell’aiuto. Una volta recatasi in aeroporto per avere informazioni sugli ultimi voli prenotati, la coppia ha scoperto che anche le nuove tratte erano state nuovamente soppresse e, a peggiorare la situazione, non esistevano più voli disponibili. “Ci hanno fatto chiamare un numero per poter cercare un volo con altre compagnie, ma era il call center di Air France e nessuno ci ha risposto, quindi alla fine abbiamo dovuto lasciar perdere tutto, tutti i soldi spesi“, continuano.
Per fortuna, una soluzione dopo tanti giorni è stata trovata: un volo organizzato da Alitalia il 22 marzo apposta per il rimpatrio degli italiani all’estero. Da Kyoto, i due dovranno spostarsi a Tokyo (le spese sono tutte a loro carico e il treno tra le città costa circa 120 euro a biglietto) e da Tokyo prendere il volo tanto agognato, fino a Roma.
“Anche questo volo ce lo dobbiamo pagare da soli e costa tra i 700 e i 1000 euro a testa. Possiamo contare sul rimborso dell’altra prenotazione che ci è stata annullata ma alla fine andremo a spendere circa 400 euro nostri e in tutto ciò non c’è nessuna assicurazione che ci abbia coperto perché in caso di epidemie o guerre non esiste”, conclude Federica.
Nessuno li ha seguiti, aiutati, nessuno ha risposto alle chiamate o alle mail, tranne l’agenzia di viaggi interessata – Agenzia Intour di via Aquileia – che pur avendo gli stessi mezzi dei ragazzi li ha aiutati giorno e notte con ricerche e prenotazioni. “È scandaloso il fatto di essere stati abbandonati così dalle istituzioni, ci hanno annullato i voli sei diverse volte”, concludono amareggiati.