Nuovi fondi per sostenere il lavoro delle donne e delle associazioni dei comuni montani

Il bando.

Flessibilità oraria, percorsi specifici di formazione, misure innovative di welfare aziendale e azioni che mirino a conciliare la vita privata con la carriera lavorativa delle donne.

Sono alcuni degli obiettivi del nuovo bando che – con disponibilità finanziaria di 180 mila euro – la Regione rivolge ad associazioni no profit e piccoli Comuni montani, nell’intento di sostenere la partecipazione paritaria delle donne alla vita economica del territorio anche in quelle “aree interne” dove spesso vi sono minori occasioni di realizzazione di progettualità complesse.

Gli incentivi verranno concessi a associazioni di volontariato o promozione sociale iscritte ai registri regionali e ai Comuni ricompresi nei comprensori montani con meno di 15.000 abitanti, che proporranno innovativi percorsi per facilitare ingresso e permanenza delle donne nel mercato del lavoro, per favorire percorsi di crescita professionale al femminile e per agevolare il rientro dopo periodi di assenza per maternità.

Ogni progetto potrà ricevere un contributo massimo di euro 15.000; le domande dovranno essere presentate entro il 13 settembre (tutte le informazioni e il testo dell’avviso sono pubblicati sul sito della regione nell’area Lavoro, sotto la voce Pari opportunità). Saranno altresì valorizzate iniziative per il potenziamento delle competenze digitali necessarie nei lavori tradizionali e fondamentali per le nuove professioni.

“Il digitale favorisce soluzioni lavorative flessibili e lo smart working – commenta l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen – e in questo senso saranno valorizzate anche quelle proposte indirizzate a promuovere, nel mondo della piccola e media impresa, la contrattazione di secondo livello, veicolo di potenziamento di strumenti innovativi di sviluppo e coesione sociale relativamente a orario, formazione, conciliazione, welfare”.

Il bando si aggiunge a un quadro di azioni che la Regione Friuli Venezia Giulia ha messo in campo per aumentare e migliorare l’occupazione femminile: contributi per le aziende che assumono giovani madri con un incremento nel caso in cui il datore di lavoro disponga di una misura di welfare aziendale; contributi per le imprese che vogliono per la prima volta stendere il bilancio sociale, la certificazione etica e il sistema di gestione della Responsabilità sociale di impresa; interventi per aiutare le studentesse a fare chiarezza rispetto a scelte che condizioneranno la loro vita sostenuti anche da incentivi per l’iscrizione delle ragazze a percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore o a lauree scientifiche.

“Il gap di genere nel mondo del lavoro esiste e resiste ed è certificato dai numeri: intervenire con misure adeguate sul tema dell’occupazione femminile – commenta Rosolen – diventa centrale per una politica che voglia realmente sostenere la maternità e la natalità. I numeri parlano chiaro: i paesi dove si fanno più figli – ricorda l’assessore – sono quelli che hanno indici di occupazione femminile più alti e quindi rimettere la famiglia al centro è strategico anche quando si parla di lavoro. Ma il lavoro femminile non si sostiene con i convegni, servono azioni mirate per evitare che la maternità entri in rotta di collisione con la progressione lavorativa”.

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