L’ottimismo dell’osteria, la prudenza dei negozianti: il primo giorno di quasi normalità a Udine

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Entrano in vigore le nuove norme, ma le reazioni sono diverse.

Oggi, primo aprile, è la prima giornata di allentamento delle misure anti-covid. Complice la pioggia, ad aggirarsi per le vie del centro di Udine non sono in molti. Eppure l’aria che si respira sembra già diversa da com’era ieri, più leggera.

Sicuramente, è l’aria che si respira all’interno dell’osteria Al Cappello di via Paolo Sarpi. “Certamente adesso c’è più ottimismo per il futuro, con le nuove norme è tutto molto più facile“, racconta Sloby da dietro il bancone. L’osteria, una tra le più celebri città, non è stata esente alle difficoltà che la pandemia ha provocato a tutti. Per il controllo dei green pass è stato addirittura necessario assumere del personale in più, per cui le nuove norme significano anche un risparmio. “Inoltre, – continua, – noi lavoriamo anche con molti turisti austriaci e tedeschi, con i quali ogni tanto c’è stata confusione per le norme diverse a cui sono soggetti rispetto all’Italia”. Il clima, tra l’altro, nell’ultimo periodo aveva cominciato a farsi teso, unite insieme alla pandemia tutte le cose che sono successe e stanno succedendo non lontano da noi. “Anche il rapporto con i clienti migliora, quando si allentano un po’ le tensioni”. La fine dello stato di emergenza fa senz’altro riprendere un po’ fiato dopo un periodo molto lungo e molto complicato. “è certamente troppo presto per parlare del futuro, essendo il primo giorno con la nuova normativa in vigore – conclude Sloby – però siamo ottimisti”.

La pioggia cade ad intermittenza, lasciando qualche spiraglio di tregua. Per le strade del centro risuona un canto intonato da alcuni giovani per un amico appena laureato, un suono a cui il centro della città è abituato. Nonostante il meteo avverso l’atmosfera è allegra.

Tra gli esercenti, però, non tutti sono completamente convinti delle nuove norme. è scettico per esempio Davide Pilo, titolare del negozio di vestiti Posh di via Bartolini, che ritiene che potrebbe rivelarsi un errore l’allentamento eccessivo delle normative anti-covid. “Io mi sono ammalato di covid da poco e sono stato molto male, in più vivo a stretto contatto con mia madre. Penso sarebbe stato giusto mantenere in vigore qualche restrizione in più”. Anche Davide durante il lockdown ha avuto molte perdite economiche. Ciononostante è convinto che rischiare una risalita dei contagi per le troppe aperture possa essere potenzialmente più dannoso delle misure che hanno sostituito. “Con la variante attuale poi, che sembra diffondersi molto più velocemente, non penso sia prudente”, aggiunge. Davide parla tra l’altro degli investimenti effettuati per la messa in sicurezza dei locali, un grande sforzo fatto per una maggiore sicurezza che non viene riconosciuto.

Tra lo scetticismo e l’ottimismo si trova senz’altro la cautela di Antonio Dalla Mora, presidente di Confcommercio Fipe. Dopo un lungo periodo di restrizioni importanti, di normative alle quali la maggior parte degli esercenti ha aderito, uno spiraglio di ritorno alla normalità si intravede nelle nuove riaperture. “Il futuro? Staremo a vedere, perché non c’è solo il covid purtroppo , ma anche un’altra crisi che è quella causata dal conflitto in Ucraina”, afferma Dalla Mora. Comunque, poter tornare ad avere un contatto maggiore con i clienti, nella speranza che il termine dello stato di emergenza significhi una maggiore sicurezza per tutti, è qualcosa che gli esercenti aspettavano da molto e di cui non possono essere che entusiasti.

La prima giornata con le nuove norme, insomma, è una giornata di caute speranze e di timori, che solo il tempo potrà confermare o sconfessare. Gli occhi e le aspettative sono puntati ai giorni a venire, in cui si vedranno gli effetti delle misure.