La corte di Cassazione respinge il ricorso degli 8 rom. Dovranno pagare anche le spese processuali.
Si dichiaravano nullatenenti ed avevano fatto ricorso in cassazione per evitare la confisca dei loro beni, ma ora dovranno pagare fino all’ultimo centesimo. E’ quanto è stato stabilito dalla corte di Cassazione in seguito al ricorso presentato da otto cittadini di etnia rom al provvedimento di confisca dei loro beni emesso dalla corte d’appello di Trieste nel marzo 2018.
Auto di lusso, case e camper: i sequestri disposti dal tribunale di Udine
Gli otto rom, infatti, si erano dichiarati nullatenenti, nonostante mantenessero un tenore di vita elevato con auto di lusso, proprietà immobiliari e denaro contante. Già al termine delle indagini, su disposizione del tribunale di Udine, era stato eseguito un primo sequestro, durante il quale erano stati incamerati due camper ed altrettante autovetture per un valore complessivo di 300 mila euro.
Tuttavia la procura friulana, ritenendo necessario valorizzare ulteriormente quanto globalmente emerso dalle indagini, propose ricorso alla corte d’appello di Trieste avverso il decreto emesso dal tribunale di Udine. Il 13 marzo 2018 la corte giuliana si espresse nel merito disponendo la confisca di due appartamenti riconducibili ad alcuni dei proposti, rispettivamente sedenti in Tricesimo e Treppo Grande, confermando altresì i provvedimenti emessi sui veicoli sopra riportati.
La sentenza della Cassazione.
A questo punto gli imputati fecero ricorso alla Cassazione, la quale ha ora rigettato i gravami proposto da 6 ricorrenti condannandoli al pagamento delle spese processuali, ed ha dichiarato inammissibili ulteriori due ricorsi, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali ed al versamento di 3 mila euro ciascuno in favore della cassa della ammende.
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