Alle 19:41 di nove anni fa l’ultimo messaggio di Giulio Regeni.
Erano le 19:41 del 25 gennaio 2016 quando Giulio Regeni, giovane ricercatore friulano impegnato in studi sul mondo del lavoro in Egitto, inviò il suo ultimo messaggio dal Cairo. Nessuno avrebbe immaginato che quelle sarebbero state le sue ultime parole. Il 3 febbraio, il suo corpo martoriato fu ritrovato lungo l’autostrada tra Il Cairo e Alessandria, segnando l’inizio di una delle vicende più drammatiche e simboliche della recente storia italiana.
Oggi, a nove anni di distanza, l’Italia si ferma per ricordare Giulio e rinnovare la richiesta di verità e giustizia per la sua tragica morte. A Fiumicello, il suo paese natale in provincia di Udine, la famiglia Regeni e la comunità si ritroveranno in piazzale dei Tigli per un minuto di silenzio alle 19:41, esattamente nel momento in cui il giovane scomparve.
La lotta della famiglia Regeni
La famiglia Regeni, in questi anni, si è battuta con straordinaria determinazione per tenere viva la memoria di Giulio e per ottenere chiarezza su quanto accaduto. “Nove anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare il percorso che la famiglia Regeni ha compiuto nel nome di Giulio, lottando contro tutto il male del mondo,” si legge sulla pagina Facebook del collettivo Giulio siamo noi.
La loro battaglia, sostenuta da una mobilitazione nazionale e internazionale, è diventata un simbolo di resistenza contro l’ingiustizia e l’impunità. Lo scorso febbraio, a Roma, è iniziato il processo contro i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio, ma il cammino giudiziario resta irto di ostacoli, con le autorità egiziane che continuano a negare collaborazione. Proprio pochi giorni fa, la madre di Giulio, Paola Deffendi, ha portato in aula la sua testimonianza.
L’onda gialla per Giulio
In tutta Italia, oggi, il giallo – colore simbolo della campagna per Giulio – sarà protagonista di numerose iniziative. A Fiumicello, oltre al minuto di silenzio, si terrà il flash mob “Onda gialla: energia in movimento”, seguito dalla camminata dei diritti per le vie del paese e da una serata commemorativa con immagini, parole e musica.
La madre di Giulio, Paola Deffendi, ha condiviso il programma della giornata sui suoi profili social, invitando tutti a partecipare: “Non smettiamo di chiedere verità per Giulio. La nostra forza è nella memoria e nella determinazione.”