Natisone, la famiglia di Cristian chiede di accertare eventuali responsabilità nei soccorsi. Nuovo video della tragedia

Mentre proseguono le ricerche, i parenti sperano ancora ed esprimono fiducia nel lavoro della Procura

Accertare le eventuali responsabilità nel ritardo dei soccorsi e proseguire nelle ricerche. E’ quanto chiedono, attraverso il loro legale, l’avvocato Gaetano Laghi, i familiari di Cristian Casian Molnar, il 25enne rumeno disperso da venerdì scorso. Il giovane si trovava assieme a Bianca e Patrizia nel greto del Natisone ed è stato a sua volta sorpreso e travolto dal repentino innalzamento del livello del fiume.

“I familiari di Cristian – si legge nella nota diffusa questa mattina dall’avvocato Laghi – non disperano ancora di trovare vivo il giovane. Esprimono piena fiducia nell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine, convinti che si accerteranno le eventuali responsabilità nel ritardo dei soccorsi prestati ai tre ragazzi. Chiedono, inoltre, alle autorità proposte di continuare nelle ricerche”.

Continuare le ricerche, rispettando l’angoscia dei parenti.

Il fratello Petru Radu, che segue le ricerche sul posto, desidera che non siano pubblicate sue foto o dei suoi familiari, e chiede – si legge ancora – che siano rispettate l’ansia e l’angoscia che tutta la famiglia Molnar prova in questi terribili momenti e si unisce al dolore delle famiglie Cormos e Doros”.

In un nuovo video, l’ultimo disperato tentativo di salvataggio.

Questa mattina, è stato diffuso un nuovo video della tragedia del Natisone, girato da un anonimo passante dal ponte Romano. Nelle immagini si vede il disperato tentativo di recuperare i tre giovani, sorpresi dalla piena del fiume nell’ultimo fraterno abbraccio.

Protagonista un eroico vigile del fuoco, un addetto specializzato in salvataggio durante le attività fluviali, che ha cercato di raggiungerli a nuoto dalla sponda più vicina. Purtroppo, la forza della corrente non ha consentito al soccorritore di avvicinarsi ai ragazzi.

Il pompiere è intervenuto in acqua in sicurezza, mentre un collega lo teneva ancorato con una corda a un presidio fisso. Ma, dopo alcuni disperati tentativi, ha dovuto desistere, perché lui stesso rischiava di essere travolto dalla piena.

Nel frattempo, gli altri Vigili del fuoco giunti sul posto con l’autoscala avevano approntato un sistema di corde, che erano state gettate dal ponte Romano nella speranza di poter raggiungere i tre ragazzi.