Le indagini sulla morte del piccolo Gabriele Cesaratto.
Sarà un’indagine della Procura di Pordenone a chiarire cosa è successo venerdì sera in via Pozzo a Vivaro, dove il piccolo Gabriele Cesaratto ha perso la vita dopo l’esplosione di un’ordigno nell’officina del nonno Silvio, rimasto anche lui gravemente ferito.
L’ipotesi principale che la Procura sta valutando è quella di omicidio colposo, ma non viene esclusa nemmeno l’ipotesi di detenzione di parti di materiale esplodente. All’interno della casa colonica, di proprietà dei bisnonni e adibita a officina, sono stati trovati chiari segni dell’esplosione. Le schegge hanno causato gravi ferite a nonno e nipote, con alcuni vetri delle finestre completamente infranti.
Tuttavia, al momento rimane da stabilire perché l’ordigno abbia deflagrato in modo così improvviso. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire quando e dove sia stato raccolto, nonché a quale epoca di fabbricazione possa risalire. Secondo quanto riferito, un familiare ha menzionato una recente passeggiata sul greto del fiume, dalla quale potrebbe provenire l’ordigno.
Con tutta probabilità la salma del piccolo Gabriele e verrà sottoposto a una tac total body per comprendere appieno la dinamica dell’esplosione in base alle lesioni causate dall’ordigno. L’unico testimone oculare dell’incidente è il nonno Silvio, che al momento è ricoverato nel reparto di terapia intensiva presso l’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Sebbene la prognosi sia riservata, le sue condizioni sono stabili.
Gli artificieri dell’Arma di Udine hanno eseguito la bonifica dell’area interessata dall’esplosione sia venerdì sera che sabato mattina e l’intero immobile è stato messo sotto sequestro, Le indagini continuano per fare luce sull’accaduto, mentre la comunità di Vivaro rimane in lutto per la tragica perdita di Gabriele e nella speranza di una pronta guarigione per Silvio.