I risultati dell’autopsia su Daniel Tafa, il giovane operaio morto sul lavoro a Maniago.
La morte di Daniel Tafa, operaio di 22 anni, avvenuta a seguito di un incidente sul lavoro, assume contorni ancora più drammatici con i risultati dell’autopsia. L’esame medico-legale ha rivelato che il giovane è stato colpito da due diverse schegge di metallo, che lo hanno ferito con la violenza di un colpo di fucile.
L’autopsia ha chiarito che la prima scheggia, penetrata dal dorso, ha provocato lesioni fatali a polmone, rene e cuore. Un esito che, secondo gli esperti, avrebbe reso vani anche i soccorsi più tempestivi. La seconda scheggia ha invece colpito Daniel a un gluteo, causandogli gravi lesioni al bacino e alla colonna vertebrale. Sebbene questa ferita non fosse di per sé mortale, ha contribuito ad aggravare le ferite dell’incidente, che si è rivelato letale per il giovane operaio.
Le indagini.
A seguito della tragedia, la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati cinque persone: il proprietario della fabbrica, il direttore dello stabilimento, il perito responsabile del controllo degli impianti, la professionista che ha certificato il corretto funzionamento del macchinario coinvolto e il responsabile del servizio di prevenzione aziendale. Le indagini puntano a chiarire se vi siano state carenze nelle misure di sicurezza e se l’incidente potesse essere evitato con un’adeguata prevenzione.
Nel frattempo, si attende il nullaosta della Procura per poter fissare le esequie del giovane Daniel, la cui scomparsa ha scosso profondamente la comunità locale e riacceso il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.