L’inchiesta sulla morìa di api in Friuli.
Sette richieste di archiviazione per il caso della morìa di api nell’aprile 2018. È la richiesta formulata oggi dalla Procura di Udine al Giudice per le indagini preliminari. Nell’inchiesta sono stati coinvolti oltre 400 agricoltori, in riferimento a una superficie coltivata a mais di più di 1.000 ettari, in gran parte nella media pianura friulana.
A redarre le richieste sono state congiuntamente il sostituto procuratore Viviana Del Tedesco, che fin dall’inizio ha seguito la vicenda, e il procuratore aggiunto Claudia Danelon, di recente coaffidataria. A vistarle è stato il Procuratore della Repubblica di Udine, Antonio De Nicolo. Le indagini sono apparse da subito complesse, sia sotto il profilo giuridico (contemplano ipotesi di reato da poco introdotte nell’ordinamento e di difficile decifrazione da parte del legislatore), sia da quello sostanziale. Le indagini, infatti, erano cominciate dopo che le semine finite sotto l’attenzione degli inquirenti erano già state fatte.
Alle indagini della Procura di Udine va ascritto il merito di aver acceso i riflettori sul massiccio uso in agricoltura di sementi conciate con il fitofarmaco Methiocarb, dannoso non soltanto per le api e per altre specie animali, ma anche per l’uomo: a riprova, alcuni malesseri accusati dagli stessi agricoltori e la messa al bando della sostanza da parte dell’Ue.
Le pur scrupolose indagini sulla vicenda, comunque, non hanno consentito alla Procura di “pronosticare – dice De Nicolo – un efficace e idoneo sostegno all’accusa in dibattimento. Da qui, l’odierna richiesta di archiviazione“. Rimangono ferme, in ogni caso, le sanzioni amministrative dovute per irregolarità emerse durante l’indagine. E resta l’attenzione per l’ambiente.