A Trieste centinaia di migranti dormono all’aperto, tornano i respingimenti al confine sloveno.
Centri di accoglienza pieni, da mesi, e centinaia di migranti che vagano per Trieste, senza un posto dove andare a rifugiarsi dal freddo che si fa sempre più pungente. Piazza Libertà continua ad essere il rifugio per tantissimi migranti che non trovano posto nel sistema di accoglienza, ormai saturo da mesi. Ma è una situazione che non riguarda solo Trieste: anche a Gorizia a decine sono accampati davanti alla stazione o alla questura, al Cara di Gradisca, stipato, molti cercano riparo addosso ai muri. Una situazione che sembra senza via d’uscita.
A darsi da fare ci sono le associazioni e i volontari, che portano aiuti e un pasto caldo a chi arriva dalla rotta balcanica, dopo un lungo viaggio spesso fatto di sofferenza e fatica. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, a capo di una coalizione di centrodestra, non vuole sentire ragioni, e ha già detto chiaro e tondo che per gli immigrati non intende fare più nulla.
Intanto Trieste deve fare quotidianamente i conti con 2-300 persone costrette a dormire all’aperto, al freddo e alla bora, senza assistenza se non quella delle associazioni di volontariato. E altre centinaia di persone si trovano nella stessa situazione nel goriziano. Mentre scoppia la grana dei respingimenti al confine sloveno: i profughi provenienti dalla rotta balcanica vengono riconsegnati alla polizia slovena, sulla base di un accordo del 1996 con la Slovenia mai ratificato dal Parlamento. Respingimenti che il tribunale di Roma un anno fa ha dichiarato “illegali”, Ma che ora sono ripresi.