Atti falsi usando il pc del collega: impiegato delle Dogane dovrà risarcire 2,1 milioni

Condanna mega per un impiegato delle Dogane di Trieste.

Un impiegato dell’Ufficio Dogane di Trieste, F.C., è stato condannato dalla Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia al pagamento di 2,1 milioni di euro, oltre alla rivalutazione monetaria, in favore dell’Agenzia Dogane e Monopoli (Adm). La sentenza riguarda un danno erariale legato alla redazione di atti falsi che testimoniavano esportazioni inesistenti di prodotti alcolici verso Paesi extra-UE, operazioni per cui non erano previsti diritti di accisa né IVA.

Tra novembre 2017 e aprile 2018, mentre lavorava presso il Servizio transiti del Punto Franco Nuovo di Trieste, F.C. avrebbe utilizzato credenziali e computer di un collega, ignaro della vicenda, per redigere i cosiddetti “visti uscire”. Questi attestavano falsamente l’uscita di merci che non erano mai state esportate. Si tratta di 11 bollette di esportazione emesse dall’Ufficio Dogane di Bologna e altre quattro provenienti da Lituania e Spagna. Le telecamere installate nell’ufficio hanno documentato F.C. mentre, approfittando delle assenze del collega, si sedeva alla sua postazione per compilare gli atti fraudolenti.

Il collega, inizialmente accusato e arrestato ingiustamente, è stato successivamente scagionato da ogni responsabilità. F.C., licenziato senza preavviso, è stato già condannato dal Tribunale di Trieste in primo grado per accesso abusivo a sistema informatico, mentre è stato assolto dall’accusa di calunnia. Ha inoltre risarcito il collega con una somma di 160mila euro. Resta ora da stabilire, attraverso ulteriori indagini penali, se F.C. abbia agito da solo o in collaborazione con altri soggetti, al fine di facilitare l’evasione fiscale.