Il caso del medico di Udine sospeso nonostante la vaccinazione.
Un importante medico udinese di fama nazionale, impegnato nello sport e in particolare nel calcio di Serie A, si ritrova sospeso dall’Ordine professionale, pur essendo in regola con le vaccinazioni Covid-19. È una vicenda surreale ed emblematica delle storture burocratiche che qualche volta si presentano quella accaduta a un noto professionista friulano.
Il medico si ammala di Covid-19 a novembre 2021, nonostante la regolare seconda dose di vaccino somministrata. Riceve poi dall’Azienda sanitaria il certificato di guarigione datato 22 novembre dello scorso anno ed è dunque in possesso di regolare Green pass fino all’11 maggio 2022. Stante quanto sopra, per mesi sei il medico non deve ricevere la dose di vaccino, che si potrà anticipare al quarto mese, quindi a marzo di quest’anno. A oggi, dunque, è tutto regolare.
E invece il medico si è dovuto invece rivolgere, in via d’urgenza, allo Studio Legale Tutino da Udine, ai professionisti Santo e Simone Tutino, i quali si sono immediatamente attivati per chiarire ogni situazione al Consiglio dell’Ordine. Il medico sospeso si trovava fuori regione per impegni professionali di importanza nazionale e sportiva: la sua sospensione ed eventuale assenza al lavoro avrebbe gravemente pregiudicato importanti società e persone di pubblica fama, con danno irreparabile, pur essendo nella ragione.
Fortunatamente nel tardo pomeriggio di ieri, lo Studio Tutino è riuscito a mettersi in contatto con il presidente dell’Ordine dei medici di Udine, Gian Luigi Tiberio, e a rappresentare allo stesso, per le vie brevi la situazione, supportata dalla documentazione necessaria. “Tiberio, al quale va un plauso ed un grazie per la comprensione e per la modalità d’urgenza con cui ha condotto la cosa, ha immediatamente revocato il provvedimento di sospensiva, per iscritto con data retroattiva, riabilitando il collega alla sua professione” spiegano dallo Studio Tutino.
La vicenda prevedeva procedimenti penali a carico di chi avrebbe disatteso la delibera del Consiglio dell’Ordine dei Medici ed una denunzia per il possibile reato di esercizio abusivo della professione. Il fatto è anche legato a delle comunicazioni di posta certificata Pec intervenute tra le parti, non lette e che solo ora sono emerse. La Pec però, a chi la invia deve dare anche il messaggio di lettura, e non solo di avvenuta consegna, come nel caso in questione. “Vicenda strana – chiudono i Tutino -, dove certamente qualcosa non ha funzionato, ma la serietà, correttezza, professionalità ed umanità hanno fatto largo ad una vicenda burocratica che poteva avere dell’incredibile“.