Le differenze tra le varie tipologie di mascherine per combattere il coronavirus.
La mascherina è diventata un importante strumento di protezione e, nonostante qualche iniziale resistenza, tutti ne abbiamo compreso l’utilità. Ciò che resta più difficile da comprendere, invece, è il suo funzionamento e la distinzione tra le varie tipologie in commercio, sia online che offline. In linea generale la mascherina è uno scudo che ci protegge dal SARS-CoV-2 e che abbatte la carica virale del 30% ma questo dato varia in base a quale indossiamo e, soprattutto, al modo in cui lo facciamo. La comunità scientifica, infatti, è assolutamente d’accordo circa la sua utilità ma ciò che risulta essere meno chiaro riguarda quali e quante tipologie di mascherine esistono. Per questo ti proponiamo una panoramica esaustiva e completa che ti possa essere d’aiuto per scegliere quella più adatta a proteggerti.
Le mascherine di protezione DM
Le mascherine si distinguono in tre grandi categorie, ovvero i dispositivi medici indicati dalla sigla DM, i dispositivi di protezione individuale (DPI) e le mascherine comunitarie. Del primo grande gruppo fanno parte le mascherine chirurgiche ovvero quelle che abbiamo sempre visto indosso ai medici e agli operatori sanitari già da prima della pandemia.
Questa tipologia ha una bassa capacità filtrante verso chi la indossa mentre la protezione verso l’esterno è decisamente più elevata. Sono ideali per resistere agli schizzi liquidi e a filtrare l’ingresso di batteri ma nel tempo si deteriorano perché, per l’appunto, sono monouso. Di mascherine chirurgiche esistono tre tipologie, rispettivamente contrassegnate dalla sigla tipo I, tipo II e tipo II2r.
I facciali filtranti DPI: dispositivi di protezione individuale
A seguire ci sono i facciali filtranti, ovvero i dispositivi di protezione individuale DPI che sono regolamentati dal Decreto Legislativo 457/1992 e dalle norme UNI EN149:2009. Anche questa macro-tipologia si suddivide, a sua volta, in tre tipologie: le FFP1, filtrano almeno il 72% delle particelle che circolano in aria mentre le FFP2 e le FFP3 che puoi trovare e acquistare online su siti come www.lamiastampante.it filtrano la quasi totalità delle cariche batteriche e, per questo, sono impiegate in contesti ad elevato rischio di contagio.
Con o senza valvola?
I DPI possono essere caratterizzati da una valvola che migliora la respirazione ma la tipologia più comune che vedi in giro è quella senza. Sono definite anche “mascherine egoiste” perché se un soggetto positivo la indossa sicuramente trasmetterà il virus attraverso la valvolina che gocciolerà similmente ad un aerosol a seguito dell’espirazione. Tutti i facciali filtranti possono essere monouso o riutilizzabili e per capirlo ti basta rintracciare la sigla NR che trovi sulla confezione che, per l’appunto, significa “non riutilizzabili”.
Le mascherine comunitarie o fai da te
Infine ci sono le mascherine comunitarie o di comunità che non rientrano né tra i dispositivi medici né tra quelli di protezione individuale o tra i facciali filtrante. Sono mascherine fai-da-te che possono essere prodotte nel rispetto dei dettami dell’articolo 16 comma 2 del Decreto Legislativo 8/2020. Non esistono valutazioni di protezione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità per cui non ci è possibile stabilire il grado di protezione.
È per questo che sono indicate per la protezione di base fuori casa ma non sono adatte a contesti ospedalieri o di assistenza di malati perché non prevedono i requisiti a norma di legge dei DM e dei DPI. Sono mascherine riutilizzabili che, tuttavia, devono essere sanificate con lavaggi ad alte temperature, ovvero almeno a sessanta gradi in lavatrice. In ogni caso, qualunque sarà la tua scelta, ti invitiamo ad essere prudente per te e per la salute dei tuoi cari indossando correttamente la mascherina e prestando attenzioni alle situazioni di esposizione al rischio.