La replica sulla carenza di personale sanitario in Friuli.
La carenza di personale, infermieri in particolare, continua ad attanagliare l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc). Secondo calcoli della Cgil, in due anni si sarebbero persi 198 tra operatori e infermieri, un numero che con l’arrivo della pandemia da coronavirus in Fvg avrebbe comportato criticità non di poco conto.
L’azienda sanitaria Friuli Centrale in due anni ha perso 200 tra medici e operatori. “Con il Covid situazione al collasso”.
Dopo il recente flash mob in piazza a Udine, organizzato dall’Associazione tutela per i diritti del malato e appoggiato da Asufc, per chiedere nuove assunzioni in sanità e più sicurezza per i lavoratori del comparto, la polemica a distanza prosegue. “La direzione Asufc sta lanciando da mesi l’appello per l’assunzione di infermieri – spiega la stessa Azienda sanitaria – ed è singolare che proprio la Cgil esprima perplessità sul dato dei 934 posti (che riguardavano solamente infermieri come riportato nell’articolo sul flash mob) visto che lo scorso 9 dicembre la Direzione aziendale ha trasmesso alla sigla sindacale una dettagliata risposta a una loro richiesta.
Sanità in Friuli sotto organico, a Udine si scende in piazza: “Assunti solo la metà degli infermieri”.
“Sulla carenza di personale, il sindacato mostra un confronto tra il dicembre 2018 e il settembre 2020 dal quale risultano 198 unità in meno del comparto – è ancora la voce di Asufc -. Premesso che questa direzione si è insediata il 1° gennaio 2020, fino all’ottobre di quest’anno il personale del comparto di Asufc ha registrato una variazione in incremento di 88 unità tra tempi determinati e indeterminati”. Come si spiegano, allora, le cifre fornite dal sindacato? “Tra il dicembre 2018 e il dicembre 2019 c’è stata una riduzione di 286 unità, quindi il dato 198 è semplicemente la differenza tra il delta negativo prodotto nel corso del 2019 da altra direzione generale e le 88 unità che invece questa direzione ha assunto come nuove unità – spiegano da Asufc -. Fino a un mese dopo l’insediamento della nuova direzione sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per acquisire personale, in particolare infermieri. Purtroppo il tutto ha impattato nell’inizio della pandemia e della richiesta generalizzata a livello nazionale di tali professionisti”.
E così, un passo alla volta, si è creata una carenza di personale, soprattutto infermieri: delle 934 assunzioni autorizzate nel biennio, soltanto 466 (comprese quelle in assunzione) sono andate a buon fine, per una percentuale del 49.89%. “Dopo un primo avviso di fine 2019 che ha permesso l’ingresso di due soli infermieri in gennaio/febbraio, dopo l’approvazione della graduatoria regionale, sono iniziati gli scorrimenti con ingressi da marzo in poi per 259 unità fino a novembre e una previsione di ingresso di soggetti che hanno già accettato di ulteriori 36 unità in dicembre. Purtroppo – rimarca Asufc – i tempi tecnici dello scorrimento di graduatorie regionali, qui come nelle altre regioni, sono lenti a causa della necessità di garantire la cronologicità rispetto alla graduatoria esistente, e i candidati, specialmente se lavorano presso altri soggetti pubblici e privati, devono avere il tempo per dare il preavviso per la cessazione dal precedente incarico”.
“Sempre con lo scorrimento del concorso regionale – conclude Asufc – sono stati stabilizzati con passaggio a tempo indeterminato 114 infermieri già in azienda a tempo determinato e sono stati assunti altri 5 infermieri per mobilità o ricostituzione del rapporto di lavoro. Infine con l’approssimarsi della data del termine del corso di laurea in infermieristica è stato attivato nuovo avviso al fine di intercettare i neolaureati, con avviso del 20 novembre scorso che ha permesso di avere a oggi 50 adesioni, dalle quali in novembre c’è già stato 1 ingresso e altri 43 sono previsti in ingresso a dicembre e 6 a gennaio 2021”.
Dal riepilogo periodico delle assunzioni Covid inviato alla Protezione civile nazionale, “risulta da parte di Asufc la contrattualizzazione di 232 unità di personale delle quali 147 medici, 42 infermieri e 43 di altre qualifiche che, al netto dei tempi determinati e indeterminati già conteggiati nelle precedenti tabelle, porterebbe l’incremento sia per Covid sia per potenziare l’organico normale a 310 unità in più tra comparto e dirigenza al termine del mese di ottobre 2020”.