I provvedimenti di Austria e Slovenia contro il Covid.
Non soltanto in Friuli Venezia Giulia, ma anche nei vicini Paesi l’incremento dei casi di Covid preoccupa, e non poco. E così, in Austria e Slovenia arrivano le “maniere forti”, con nuovi limiti e restrizioni.
Il pugno duro austriaco.
Dopo averlo ventilato negli scorsi giorni, da domani il lockdown per i non vaccinati diventerà realtà. In Austria si seguirà la regola di “Geimpfte und Genesene”, che tradotto significa “vaccinati e guariti”. Per chi rientra in queste due categorie, da lunedì 8 novembre non cambierà nulla. Per gli altri, invece, vietato l’ingresso in ristoranti, hotel, luoghi sportivi e della movida, centri estetici e di cura alla persona, eventi culturali e in generale quelli legati al tempo libero. Nessuna restrizione per il lavoro, ma i non vaccinati si dovranno sottoporre a tampone giornaliero prima di iniziare il turno. Ulteriori norme riguardano l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 all’interno di negozi, biblioteche e musei. Questo lockdown “light” durerà, almeno nelle intenzioni, per un mese.
Le restrizioni slovene.
Sempre da domani, giro di vite in arrivo anche in Slovenia. Previsti controlli più serrati per chi è in regola con le consuete norme, cioè vaccinato, guarito o testato (entro 48 ore per il tampone rapido e 72 molecolare). Stop a molti eventi, dai raduni pubblici alle nozze. I ristoranti rimarranno aperti fino alle 22, ma vi si potrà accedere soltanto con Green Pass. Prescrizioni anche per le mascherine, che potranno essere soltanto di tipo chirurgico omologato o Ffp2. Insomma, per ora il lockdown è scongiurato in Slovenia,