L’intervento della polizia.
Nella nottata di ieri, venerdì 14 febbraio personale della polizia della Questura di udine ha tratto in arresto in flagranza del reato di resistenza a pubblico ufficiale un 23enne udinese.
Gli agenti erano intervenuti poco prima della mezzanotte di ieri in un’abitazione della zona sud della città, a seguito di una richiesta giunta alla sala operativa per accese discussioni in corso tra due fratelli lì conviventi. Mentre gli agenti identificavano, dopo averli separati, tutti i presenti ed accertavano quanto successo, uno dei ragazzi ha tentato di scagliarsi contro l’altro: i primi l’hanno subito bloccato nonostante la resistenza veemente loro opposta, anche mordendo all’avambraccio un agente. Il ragazzo, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato arrestato e condotto nel pomeriggio di ieri, dopo la convalida dell’arresto, nel carcere udinese in custodia cautelare.
Durante l’intervento uno dei parenti, sempre lì residente, esasperato dalle continue discussioni tra i fratelli, ha riferito agli operatori di aver appena gettato in acqua, in un canale prospiciente l’abitazione, un fucile detenuto illegalmente, e di voler quindi esser condotto in carcere.
Vista l’acqua corrente e l’ora buia non si rinveniva alcuna arma nel canale, ma anche quest’uomo veniva dagli operatori condotto in Questura per tutti gli accertamenti del caso.
Solo nella tarda mattinata, dopo aver fatto ridurre la portata del canale ed il successivo abbassamento del livello dell’acqua, i poliziotti hanno effettivamente rinvenuto un fucile, alterato in quanto gli erano state tagliate le canne oltre a parte del calcio, ed un proiettile, ed hanno dunque deferito all’autorità giudiziaria competente l’uomo per i reati di possesso illegale di arma alterata e ricettazione.