La lite, il morso all’orecchio, gli spari: cosa è accaduto a Fontanafredda

Gli aggiornamenti sull’omicidio a Fontanafredda.

Un diverbio violento, due colpi di pistola sparati a bruciapelo e una vita spezzata in pochi istanti: è questa la ricostruzione dell’omicidio avvenuto ieri sera, domenica 6 aprile, davanti al Bar Sporting di via Buonarroti a Fontanafredda, dove ha perso la vita Vladimir Topjana, 43 anni, di origine albanese, residente a Cordenons.

La lite, scoppiata poco dopo le 21 all’esterno del locale mentre all’interno si trasmetteva la partita Roma–Juventus, ha visto coinvolti Topjana e due uomini scesi da un’Audi bianca: Pren e Roger Shota, padre e figlio albanesi di 67 e 34 anni residenti a Sacile. Proprio quest’ultimo, fermato qualche ora dopo nel Trevigiano con ancora addosso la pistola (risultata rubata), ha ammesso di aver sparato. Il padre è stato invece rintracciato nella sua abitazione.

La ricostruzione dell’omicidio a Fontanafredda.

Secondo le prime testimonianze, Topjana stava parlando con un parente davanti al bar quando è giunta l’auto con a bordo gli Shota. È seguita un’accesa discussione, in lingua straniera, che ha attirato l’attenzione degli avventori. Dopo un primo tentativo di placare gli animi, il gruppo si è spostato sotto un portico vicino, dove la situazione è degenerata.

Da quanto ricostruito finora, Topjana avrebbe aggredito fisicamente Pren Shota, staccandogli un orecchio con un morso. A quel punto il figlio Roger ha estratto l’arma e ha fatto fuoco: due i colpi esplosi, uno dei quali ha colpito la vittima presumibilmente alla tempia sinistra, uccidendola sul colpo.

La fuga, i soccorsi e la disperazione

L’Audi si è allontanata a tutta velocità. Nel frattempo, gli avventori del bar e i familiari presenti – tra cui il cognato della vittima – hanno chiamato i soccorsi. All’arrivo dell’automedica e dell’ambulanza del 118, per Vladimir Topjana non c’era però più nulla da fare. Poco dopo è giunto anche uno dei figli della vittima, sconvolto.

I carabinieri, coordinati dalla Procura di Pordenone, si sono messi subito sulle tracce dei responsabili. Nel giro di poche ore entrambi gli Shota sono stati arrestati con l’accusa di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.

La scena del crimine e le indagini

Gli esperti della scientifica dell’Arma hanno lavorato fino a notte fonda per ricostruire l’accaduto. Sotto al portico dove è avvenuta la sparatoria sono stati trovati un bossolo a terra e un secondo proiettile incastrato nella serranda di un vicino negozio di serramenti.

L’esame esterno del cadavere è stato eseguito sul posto dai medici legali alla presenza del pubblico ministero Monica Carraturo. L’autopsia sarà effettuata nei prossimi giorni per chiarire ogni dettaglio della dinamica. Al momento non risultano precedenti penali per nessuno dei soggetti coinvolti, ma restano ancora da accertare le motivazioni esatte del litigio. Le indagini, che vedono coinvolte le Procure di Treviso e Pordenone, proseguono senza sosta.