Lite al centro islamico della Comina, a Pordenone.
Nella mattinata di ieri, venerdì, si sono verificate forti tensioni presso il Centro islamico della Comina, a Pordenone. La polizia è stata allertata intorno alle 7 a causa di una violenta lite tra l’imam e un membro della comunità marocchina, dopo la preghiera. Sarebbe stata proprio la presenza dell’imam, reintegrato dopo una lunga battaglia legale, a causare l’ostilità da parte di una minoranza della comunità islamica. La discussione con un fedele è diventata violenta in pochi istanti, passando dalle parole alle mani.
Durante la lite, nessuno dei due ha riportato ferite gravi, ma entrambi sono andati al pronto soccorso per cure mediche. L’imam se l’è cavata con una prognosi di sette giorni, con un segno di morso su un dito, mentre l’altro fedele ha una prognosi di tre giorni. Gli investigatori della Digos sono intervenuti per indagare sul motivo della lite e per verificare che non ci fossero situazioni di tensione che potessero sfociare in episodi più gravi.
Nel pomeriggio, poi, l’imam ha sporto querela, rivelando di essere già stato aggredito in passato da alcuni fedeli di etnia araba. Ha poi dato la sua versione della violenta lite, dicendo che chi lo ha aggredito gli avrebbe “impedito di respirare” e lo avrebbe morsicato, minacciandolo di morte. Ha anche sostenuto che “le telecamere non funzionavano e non c’erano testimoni“, e che gli è stato impedito di chiamare il 112.
Il leader religioso ha dichiarato che gli episodi di ostilità sono iniziati da quando è tornato al Centro islamico, dopo la sua reintegrazione decisa dal giudice del lavoro.