I tempi di attesa delle visite aumentano.
“Mettere mano alla leva delle assunzioni, con una manovra strutturale sul potenziamento del personale, è la condizione ineludibile per affrontare il problema delle liste d’attesa. Altre strade non ci sono: né un maggiore ricorso agli straordinari, che sarebbe insostenibile visti gli attuali turni, né tantomeno la scelta di ampliare gli spazi per il privato”.
È quanto sostiene Rossana Giacaz, responsabile sanità e welfare della segreteria Cgil Fvg, a proposito della crescita dei tempi di attesa per visite ed esami in regione. “I dati pubblicati di recente sulla stampa locale – dichiara – confermano e rafforzano gli allarmi più volte lanciati dalla Cgil e dagli altri sindacati confederali. La grande maggioranza delle strutture non riesce a garantire i tempi previsti in ricetta e l’emergenza Covid-19 ha gravemente peggiorato le cose, determinando una forte crescita dell’arretrato”.
Giacaz aggiunge che a luglio, da un monitoraggio condotto a campione dalla Cgil, emergeva che solo il 20% delle prestazioni prescritte in modalità breve viene garantito entro il termine previsto di 10 giorni, e per le differite solo in un caso su 3 si riesce a stare entro i 30 giorni, con tempi di attesa sostanzialmente analoghi nel pubblico e nel privato convenzionato. “Il problema si è aggravato con la pandemia – aggiunge Giacaz – e oggi ci troviamo nella necessità di affrontare non solo le cause strutturali dei ritardi, ma anche di recuperare l’arretrato che è stato accumulato e che continua a crescere. Esistono infatti strutture e reparti che ancora non lavorano a pieno regime o che addirittura restano chiuse. Quando chiediamo all’assessore di confrontarsi col sindacato – conclude la sindacalista – è proprio per affrontare questo tipo di criticità”.
Sulla stessa linea Roberto Treu, segretario regionale del sindacato pensionati Cgil: “L’incremento del ricorso ai privati – sostiene – non può essere una soluzione al problema della crescita delle liste di attesa, che è strutturale e come tale richiede interventi strutturali, non misure tampone. L’aumento progressivo dei tempi di attesa– aggiunge Treu – non è soltanto un fattore di rischio, soprattutto nel caso di prestazioni urgenti, ma anche di preoccupazione e di stress, in particolare per gli anziani e le categorie fragili. Non a caso si tratta di uno dei grandi temi sui quali sollecitiamo da mesi, ma invano, la ripresa di un confronto con l’assessore, per definire un percorso condiviso di rafforzamento del servizio sanitario pubblico. Ma l’obiettivo della Giunta, al contrario, sembra quello di continuare a favorire il privato, che già nel 2019 aveva visto un quasi raddoppio, dal 3,8 al 6%, della quota di spesa sanitaria regionale dedicata ai servizi erogati in convenzione, con un incremento di 50 milioni delle risorse dedicate”.