Le celebrazioni.
L’Associazione lavoratori emigrati del Friuli Venezia Giulia (Alef) compie 50 anni. “La costituzione avviene a dicembre del 1968, ma l’attività inizia l’anno dopo”, si apprende dal suo presidente, Giuseppe Petrei. E li festeggia nell’elegante palazzo D’Aronco del centro storico di Udine. All’appuntamento, oltre a rappresentanze del Comune e delle altre associazioni di migranti, anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.
La Regione è vicina ai suoi corregionali all’estero supportando coloro che, nella “piciule Patrie”, da tanti anni con passione, dedizione e generosità, lavorano per tenere uniti i fili tra il Friuli Venezia Giulia e chi è partito – ha avuto modo di dire Zanin -. Le associazioni che si adoperano per mantenere vivi questi legami sono come il tronco dell’albero che fa da unione tra le radici e le fronde, e la linfa che vi scorre mantiene in vita tutta la pianta.
Il vostro – ha aggiunto – è un esempio di generosità civile, un atto di volontariato e di dovere verso il prossimo, verso coloro che tanti anni fa furono costretti a lasciare famiglia, amicizie, paese e sicurezze per affrontare viaggi perigliosi verso l’ignoto. Ma li sosteneva la speranza di potersi affermare. Cosa che è avvenuta grazie a quei valori, a quel senso di comunità e a quegli strumenti morali che si sono portati appresso.
I nostri corregionali hanno più amore per la regione di quanto spesso non ne abbiamo noi – ha riflettuto ancora Zanin -. Invece chi è stato strappato o comunque ha abbandonato la propria terra è ancora molto legato ad essa, ne ha un forte ricordo sentimentale e dunque cerca quella linfa che lo mantenga, come le foglie, legato all’albero. Perché, come si suol dire, c’è una patria fuori dal Friuli ancora più grande del Friuli. E ciò che più mi ha colpito, quando ho incontrato coloro che ancora oggi vivono all’estero e dunque rappresentano la nostra prima carta di identità nel mondo, è come siano stati capaci di guadagnarsi un ruolo all’interno della società e un tale rispetto grazie a dignità e capacità di fare.
Il presidente ha infine ricordato alcuni dei progetti che la Regione sostiene per i figli dei migranti, come il programma “Origini” presso il Mib di Trieste, riservato proprio ai discendenti degli emigrati italiani all’estero. Non da ultimo, ha affermato che non si dovrebbe parlare di “fuga di cervelli”
perché non è negativo il fatto che un giovane sia spinto dal voler fare un’esperienza all’estero, ma la mancanza di equilibrio con un’altrettanta capacità dell’Italia di attrarre giovani e garantire la giusta osmosi culturale. Ecco che le associazioni possono essere non solo occasione di scambio di tradizioni e storia, per i corregionali, ma renderli i nostri primi ambasciatori per gli scambi commerciali, turistici ed economici.
Da ultimo, a sancire il legame tra Alef e Consiglio regionale è stato il sigillo della Presidenza dell’Assemblea legislativa donato da Zanin al presidente Petrei.