La disavventura di una ragazza al pronto soccorso di Gorizia.
Prima i formicolii alle gambe e alle braccia, poi un forte dolore alla schiena. La telefonata al suo vecchio medico di famiglia e la corsa al pronto soccorso. Ed è qui che inizia la sua disavventura. La protagonista è una ragazza di 29 anni, venuta a vivere a Gorizia da qualche mese dalla Sicilia e che sta facendo la pratica da avvocato in uno studio di Udine.
Non era ancora riuscita a farsi assegnare un medico di base qui a Gorizia. Così, quando inizia a sentire i primi dolori chiama il suo precedente dottore, in Sicilia, illustrandogli i sintomi. Il professionista le consiglia di recarsi al pronto soccorso. È giovedì 11 marzo.
“Stavo veramente molto male. Ho cominciato a stare molto male una sera di rientro da lavoro. Avevo formicolii a gambe e braccia, sentivo delle scosse nervose agli arti e avevo prurito diffuso su tutto il corpo. Dopo la notte insonne mi è anche venuto un fortissimo mal di schiena che non mi permetteva neanche di stare seduta o distesa – racconta la ragazza -. Mi sono quindi recata al pronto soccorso la mattina. Lo so che oggi è meglio non recarsi al pronto soccorso per via dei problemi causati dal covid, ma non avevo altra scelta”.
Dopo il triade, al pronto soccorso aspetta seduta due ore. “Ad un certo punto ho cominciato a sentire molto caldo, difatti ho chiesto che mi venisse misurata la febbre nonostante all’ingresso la temperatura fosse normale. Successivamente mi hanno misurato la febbre ed avevo quasi 38. Ero convinta che mi facessero il tampone perchè poteva benissimo essere che avessi preso il Covid, invece nulla. Mi hanno lasciato lì in pronto soccorso per ore insieme a decine di persone senza farmelo. La cosa mi ha sorpreso molto”, dice.
Finalmente arriva il suo turno. “Ho spiegato al medico i miei sintomi, facendogli presente che stavo assumendo un farmaco antiepilettico per curare una nevralgia. Ho detto al medico del pronto soccorso che il mio medico credeva potessi avere una forte intossicazione epatica. Il medico del pronto soccorso però non mi ha voluto più di tanto ascoltare e mi ha detto che le sembravo una persona ansiosa. Mi ha prescritto degli ansiolitici senza neanche visitarmi. Una diagnosi a mio avviso a dir poco superficiale e totalmente sbagliata. Ho chiesto per lo meno di essere visitata o di fare un prelievo del sangue, ma nulla”, prosegue
Riesce grazie ad un amico a farsi prescrivere della analisi urgenti e finalmente si arriva alla diagnosi: era veramente un’intossicazione epatica. Nulla di più lontano da un attacco d’ansia da curare con ansiolitici. Ora, a distanza di giorni si sente finalmente bene, ma quanto accaduto non le è andato proprio giù ed è molto delusa dalla sanità di Gorizia. “Voglio raccontare l’accaduto perché la gente deve essere rispettata e questi fatti è giusto che vengano raccontati. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio da un ospedale del Friuli Venezia Giulia ed invece ho trovato solo molta superficialità e pressapochismo”, conclude.