Inchiesta su Unabomber, concessi altri tre mesi per analizzare il Dna dei reperti

Si cerca di capire se le prove corrispondano agli indagati e di escludere contaminazioni

Rinviata a data da destinarsi l’udienza prevista per il 14 ottobre sul caso Unabomber. Il gip di Trieste Luigi Dainotti, infatti, ha concesso altri tre mesi per le indagini coordinate da Giampietro Lago, ex comandante dei Ris di Parma. Gli investigatori avranno tempo fino al 26 ottobre per depositare la nuova perizia.

Si tratta di una fase cruciale per l’inchiesta riaperta sul bombarolo che, tra il 1994 e 2007, ha seminato trappole esplosive in tutto il Nordest, provocando diversi feriti.

Analisi dei reperti per trovare corrispondenze con i Dna raccolti

I periti, infatti, devono capire se il Dna dell’attentatore corrisponda al profilo di uno degli 11 indagati nell’ambito dell’incidente probatorio o a quello delle altre 21 persone chiamate a fornire spontaneamente un campione genetico.

Fra gli accertamenti previsti ci sono anche i test per escludere eventuali contaminazioni dei reperti, rianalizzati alla luce delle nuove tecnologie. Uno degli incarichi, infatti, prevede di escludere il Dna di quanti, negli anni, hanno indagato e custodito le prove. Un’analisi che ha anche l’obiettivo di prevenire la contestazione in aula delle difese, che fin dalla riapertura del fascicolo hanno lamentato che i reperti non siano stati conservati bene nel tempo.