In corso le indagini sull’incendio di Mossa.
“Non si può dire niente, ma è sicuro che la situazione passerà al vaglio dell’autorità giudiziaria“, queste le parole di Alessandro Granata, comandante provinciale dei vigili del fuoco, sulle indagini relative all’incendio dell’ex Bertolini. La Procura di Gorizia infatti ha già aperto un fascicolo per l’inchiesta, che sarà seguita dal sostituto procuratore Ilaria Iozzi.
L’incendio arriva a pochi giorni delle sentenze che hanno riguardato Piero Pelizzon, 40 anni di Gorizia, Giuliano Di Nardo, 49 anni di Grado, e Alessio Dalla Santa, 45 anni di Belluno. I tre sono stati condannati per essere coinvolti in un traffico di rifiuti speciali provenienti dalla Slovenia e stoccati a Mossa. Nell’articolata sentenza del giudice monocratico Concetta Bonasia, oltre alle condanne e alle sanzioni pecuniarie, i tre imputati devono pagare il risarcimento al Comune per il ripristino dell’area.
Il rischio del nuovo incendio.
Le operazioni dei vigili del fuoco e della Protezione Civile, nel frattempo, stanno continuando. Entrambi sono impegnati da giorni nelle attività di spegnimento e bonifica del materiale. “Dopo che avremo posto l’area in sicurezza, lasceremo la zona alla Procura, essendo appunto ambienti posti sotto sequestro – continua Granata – in più ci siamo organizzati per un servizio di guardia per controllare la struttura“. Il problema, spiega Granata, è la possibilità che l’incendio possa riprendere a causa della natura dei materiali dei rifiuti: “La plastica è un isolante e quindi c’è il rischio che, intrattenendo il calore, possa riscaldarsi di nuovo”.