L’arrestato dello spacciatore a Udine.
La droga che aveva assunto aveva determinato, inizialmente un malore e poi la morte per ictus, dovuto ad overdose di crack, un italiano, imprenditore, all’epoca 54enne. Era stato un 43enne, anche lui italiano, residente nell’hinterland udinese, ad avergliela data. La Squadra Mobile di Udine, a seguito di una complessa attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nella giornata di ieri, ha eseguito la misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Udine, nei suoi confronti. Dovrà rispondere di quella droga, cocaina, fatale per l’imprenditore e forse non solo.
A quando risalgono i fatti.
I fatti risalgono alla serata del 23 giugno 2019, a Udine. In Largo delle Grazie un uomo veniva soccorso e trasportato all’ospedale Civile di Udine in condizioni gravi poiché colto da malore. Lo stesso spirerà il 26 giugno successivo. Sul malcapitato veniva rinvenuta della sostanza stupefacente del tipo cocaina, circostanza che faceva, da subito, avviare una articolata attività d’indagine mirata ad individuare lo spacciatore della sostanza la cui assunzione aveva, presumibilmente, causato il malore e poi la morte.
Tale attività ha permesso di ricostruire gli ultimi contatti mantenuti dal de cuius, con l’individuazione di almeno 3 persone che potevano aver avuto un ruolo principale nella cessione di droga in suo favore. Le 3 persone (2 uomini ed una donna) venivano monitorate e nei loro confronti venivano eseguite delle perquisizioni che permettevano di rinvenire e sottoporre a sequestro dei quantitativi di stupefacente.
Per uno di loro, un italiano 39enne, considerato il significativo sequestro di droga (20 grammi di cocaina) e della notevole somma di denaro (20.000 euro), scattava il 6 maggio 2020 l’arresto in flagranza di reato. La successiva analisi dei rispettivi apparati cellulari, sequestrati nel corso delle perquisizioni, permetteva di indirizzare le indagini proprio nei confronti del 43enne. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Udine, a seguito di richiesta della Procura della Repubblica, concordando pienamente con le risultanze investigative, emetteva l’ordinanza della custodia cautelare in carcere, eseguita ieri.