Le celebrazioni del terremoto del 1976.
Il Friuli si prepara a ricordare il terremoto del 1976. Questa sera, a 44 anni dal sisma che ha devastato il territorio, mostrando però in seguito la grande capacità dei friulani di ricostruire, quel giorno tragico rivivrà nella mente di chi c’era.
È la sera del 6 aprile 1976 quando, alle 21 circa, la terra trema per 57 interminabili secondi. Le case crollano, molti rimangono sotto le macerie, è dramma. Il Friuli, però, non si piange addosso e pianifica la ripartenza, ricostruendo case e fabbriche. Una pagina di storia presa a modello in tutta Italia, un insegnamento partito proprio da queste latitudini.
Questa sera, sarà Gemona la capitale del ricordo. Qui, dove si sono contati ben 400 morti sulle 1.000 vittime complessive, sono in programma diversi appuntamenti. Nonostante le restrizioni imposte dal coronavirus, che non consentiranno la presenza di pubblico, il momento sarà toccante. Il programma prevede la deposizione, in piazzale Chiavola, di una corona d’oro sul monumento ai Vigili del Fuoco soccorritori nel 1976. Dopo la posa di un altro omaggio floreale, a ricordo degli artiglieri, nella caserma Goi-Pantanali, alle 20 sarà celebrata la messa in duomo. A seguire, anche il saluto delle vittime in cimitero.
Oltre al sindaco di Gemona, Roberto Revelant, ci saranno il vicepresidente del Fvg, Riccardo Riccardi, l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, il prefetto di Udine, Angelo Ciuni, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Alberto Maiolo, e Franco Del Favero, comandante dell’8° Reggimento Alpini.
“Sarà una commemorazione silenziosa, mai vissuta prima, una situazione inedita che non ci saremmo immaginati di vivere a 44 anni dal sisma – commenta il sindaco Revelant -. La Comunità, sebbene dalle proprie abitazioni, sarà unita nel ricordo dei 400 cari che hanno perso la vita in quel terribile sisma che sconvolse la nostra città ed il Friuli intero, il cui prezzo pagato ha raggiunto le 1000 vittime. Ringraziamo i nostri padri ed i nostri nonni, il Popolo friulano e tutti coloro che ci hanno donato aiuto con ogni mezzo in una straordinaria azione di solidarietà. Tra i grandi padri nobili dell’opera di ricostruzione del Friuli terremotato e soprattutto della nostra Città non possiamo dimenticare in questo giorno del sindaco Ivano Benvenuti, dell’Assessore alla ricostruzione Salvatore Varisco e il commissario straordinario Giuseppe Zamberletti”.
Revelant traccia un paragone tra il Friuli di oggi e quello di ieri, appunto post sisma, e lancia un appello alle istituzioni: “Da quella terrificante esperienza lungimiranti amministratori e politici hanno pianificato con successo la ricostruzione e lo sviluppo della nostra regione. L’appello che rivolgo a chi ha un ruolo di responsabilità oggi, è di avere altrettanto coraggio nelle scelte guardando al domani con l’obiettivo di ricostruire un Paese forte e strutturato, con l’orizzonte a 15/20 anni, e non limitandosi ad una sola risposta di breve periodo, che deve comunque arrivare. Non dimentichiamoci mai l’insegnamento di quella tragica esperienza del 1976”.