Gli arrestati sono accusati di favoreggiamento di immigrazione irregolare.
Una vasta operazione contro l’immigrazione irregolare lungo la rotta balcanica ha portato all’arresto di otto cittadini turchi, accusati di far parte di un’organizzazione criminale transnazionale attiva nel favoreggiamento dell’ingresso illegale di migranti in Europa. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Polizia di Frontiera di Trieste, ha portato anche al sequestro di dieci veicoli utilizzati per il trasporto dei migranti.
Il gruppo criminale organizzava viaggi che partivano dalla Turchia, con tappe in Bosnia e Serbia, per poi attraversare Croazia, Slovenia e Italia, con destinazione finale il Nord Europa, in particolare la Germania. Ai migranti, per lo più famiglie con minori, veniva chiesto un compenso compreso tra i 4.000 e i 6.000 euro.
Gli investigatori hanno accertato il coinvolgimento di una rete ben strutturata, con contatti in Turchia, Bulgaria, Bosnia, Germania e Paesi Baltici. Il sodalizio si serviva anche di mezzi pesanti e automobili per eludere i controlli lungo i confini, e in più occasioni i veicoli sono stati intercettati proprio nei pressi delle frontiere.
In una fase precedente delle indagini, altri tre cittadini turchi erano stati arrestati a Spalato, in Croazia, in collaborazione con le autorità locali. In tutto sono 52 i migranti individuati, tra cui molte donne e diversi bambini, anche in tenera età. Le indagini, avviate a seguito di alcuni arresti effettuati in primavera, sono state condotte grazie alla cooperazione internazionale con le forze di polizia di Croazia, Bulgaria, Turchia e Germania, sulla base di un’intesa tra la Bundespolizei e la Polizia di Stato italiana.