La tradizione popolare degli “uomini di ghiaccio”.
Puntuali, come anno, sono arrivati. In Friuli sono conosciuti come “uomini di ghiaccio”, anche se alcuni li chiamano “santi di ghiaccio”. Tant’è che la loro venuta si è sentita, eccome.
Soprattutto nelle aree montane, gli abitanti sono stati costretti a togliere le giacche pesanti dall’armadio, almeno per qualche giorno. Il brusco abbassamento delle temperature di queste ore, però, non è un fenomeno inedito, anzi: è quasi un “appuntamento fisso”.
L’espressione uomini di ghiaccio fa riferimento, nella tradizione popolare, al brusco abbassamento delle temperature che si verifica annualmente nell’Europa centro-settentrionale in corrispondenza della sesta settimana dall’equinozio di primavera, più precisamente nelle date dell’11, 12, 13 e il 14 maggio. È un fenomeno osservato non soltanto dai contadini, quanto mai attenti al ciclo delle condizioni meteo, ma anche da studi scientifici. Si parla di “santi di ghiaccio” con riferimento a San Mamerto, San Pancrazio, San Servazio e San Bonifacio di Tarso, figure alle quali sono dedicate queste giornate di ghiaccio. Santi ben noti in Germania, Polonia, Austria e Svizzera, oltre che in Friuli.
In ogni caso, la colonnina di mercurio è scesa in Friuli in modo importante. Alle 16 di oggi, secondo le rilevazioni di Osmer-Arpa Fvg, a Tarvisio (nella foto)si registravano 6 gradi, a Tolmezzo 12, a Sappada 10, per citare qualche esempio. La pioggia è scesa copiosa sul Friuli e sul monte Lussari ha fatto la sua ricomparsa la neve. Sempre secondo tradizione, dopo il 15 maggio gli uomini di ghiaccio “lasceranno” il Friuli e si potrà andare, finalmente, verso la bella stagione.