La confessione di Filippo Turetta nel carcere di Verona.
Filippo Turetta ha confessato l’omicidio di Giulia Cecchettin. Lo ha fatto durante l’interrogatorio nel carcere di Verona dove ha rilasciato dichiarazioni spontanee anche se, successivamente si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip Venezia, Benedetta Vitolo.
L’interrogatorio, della durata di poco più di mezz’ora, è stato finalizzato alle formalità tecniche, dopo le quali i magistrati si sono allontanati dal penitenziario di Montorio scortati una gazzella dei carabinieri.
L’avvocato di Turetta ha dichiarato che il suo assistito ha scelto di non rispondere agli inquirenti, ma ha ritenuto doveroso rilasciare delle dichiarazioni spontanee, confermando sostanzialmente quanto aveva già ammesso alle autorità tedesche. In Germania, Turetta aveva dichiarato di aver “ucciso Giulia” e di aver cercato di “farla finita”, senza però avere il coraggio di compiere il gesto.
Ora, la palla è nelle mani della Procura di Venezia, impegnata nelle indagini tecniche, informatiche e negli esami scientifici per ricostruire nei dettagli l’accaduto la tragica notte in cui Giulia Cecchettin ha perso la vita. L’attenzione degli investigatori si concentra soprattutto sull’esito dell’autopsia prevista per venerdì, durante la quale il medico legale dovrà stabilire la sequenza dei colpi e le modalità dell’aggressione che si è sviluppata in più fasi.
Il primo episodio si è verificato in via Aldo Moro a Vigonovo, dove un testimone ha segnalato le urla di aiuto di una giovane ragazza. Successivamente, nell’area industriale di Fossò, le telecamere di un’azienda hanno immortalato Turetta mentre inseguiva la vittima, la gettava a terra e la caricava in auto. Gli investigatori, tuttavia, sospettano che ci possa essere stata anche un’ulteriore fase intermedia, durante la quale il giovane potrebbe aver legato la vittima con del nastro adesivo.