Si sono chiuse le indagini sul tragico femminicidio di Giulia Cecchettin. Filippo Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, la crudeltà, oltre a sequestro di persona, porto d’armi continuato e occultamento di cadavere. Contestato anche il reato di stalking.
Lo studente era stato arrestato in Germania lo scorso novembre, poco dopo aver ucciso Giulia e averl lasciato il corpo della giovane tra le rocce, nel cuore del fitto bosco, a soli cento metri dalla strada che da Piancavallo conduce a Barcis.
La premeditazione.
Durante le indagini sono diversi gli elementi a sostegno dell’accusa di premeditazione, come l’analisi del telefono cellulare e del computer del sospettato per ricostruire i giorni precedenti alla tragica morte di Giulia.
Altri elementi sono i due coltelli che Turetta aveva con sé il giorno dell’incontro fatale con la vittima. L’aggressione è cominciata in auto, a Vigonovo, dove è stata rinvenuta la lama di un coltello da cucina utilizzato nell’attacco. Un secondo coltello è stato ritrovato nell’auto al momento del fermo di Turetta. Inoltre, sulla Fiat Punto del sospettato è stato trovato un rotolo di nastro adesivo, utilizzato successivamente per immobilizzare Giulia.