Il racconto di una famiglia arcobaleno.
“Partiamo dal presupposto che la famiglia parta dall’amore nella libera scelta di ognuno”. Francesca ha 43 anni e pronuncia questa frase con la sicurezza di chi dice una cosa scontata, ma che scontata non sembra affatto, in un periodo in cui si sta discutendo tanto del ddl Zan e torna prepotente il tema della parità dei diritti nelle coppie di qualsiasi sesso. Francesca sta con Lara, che di anni ne ha 39. Vivono in un piccolo comune alla periferia di Udine e 3 anni fa hanno avuto “una splendida bambina” di nome Maria, come l’Immacolata. Sono anche loro una famiglia Arcobaleno, tra quelle scese in piazza, nei giorni scorsi, per far sentire la voce della protesta.
La sensibilità dell’ospedale di Udine.
“La metodologia seguita con cui abbiamo avuto nostra figlia è stata tramite la fecondazione eterologa, ossia la fecondazione è avvenuta grazie ad un donatore in una clinica all’estero perché per le coppie omosessuali in Italia non è possibile, nemmeno se unite civilmente. Il parto è avvenuto a Udine invece. L’accoglienza e la sensibilità del personale medico ci ha stupito moltissimo”, racconta Lara.
Francesca prende la parola. “Quando abbiamo intrapreso questo percorso noi eravamo una coppia già consolidata, sebbene non tutti si sarebbero aspettati una figlia in un paesino alla periferia di Udine – spiega -. Con nostra sorpresa ci avevano accettato con curiosità ed entusiasmo come una famiglia, imparando a rispettare i nostri ruoli di genitori come mamma e mamma”.
Le difficoltà riscontrati.
Quali sono le difficoltà più comuni? Risponde Lara: “Le difficoltà sorgono non tanto a livello locale in cui ci sentiamo accolte bensì a livello legale”. Spiega che “nonostante ci sia l’unione civile, l’adozione del figlio per il partner non è automatica, dunque io sono la mamma biologica, ma la mia compagna non è nessuno, non c’è nessun riconoscimento legale. Infatti, se mi succedesse qualcosa, la bambina non vedrebbe riconosciuta la mamma come genitore affidatario e questo è molto grave”.
Maria in sottofondo urla e gioisce. Francesca la prende in braccio prima di concludere il ragionamento con un augurio: “Spero il prima possibile che ci sia la possibilità di una legge che tuteli tutte le famiglie che si sono già create, come la nostra, e che già nella scuola si possa insegnare che esistono una molteplicità di famiglie affinché affrontino queste realtà con curiosità e non derisione”.