All’uomo sono stati sequestrati immobili, contanti e oggetti di lusso per 700mila euro.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone hanno denunciato un cittadino croato, responsabile di aver frodato il Fisco fingendo di essere tornato a risiedere in Croazia e di lavorare dalla Macedonia con un’agenzia pubblicitaria, sequestrandogli immobili e valori per oltre 700.000 euro.
L’attività nasce dal monitoraggio delle iniziative imprenditoriali estere attive sul territorio provinciale, condotto abitualmente dalla Guardia di Finanza del Friuli Occidentale per individuare, e poi approfondire, le posizioni più marcatamente a rischio elusione.
L’analisi dei primi elementi raccolti – subito condivisi con la locale Procura della Repubblica che, aperto un fascicolo penale, ha assunto la direzione delle indagini – ha consentito alle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pordenone, di scoprire, anche grazie all’attivazione dei canali di cooperazione giudiziaria internazionale, che l’uomo, cittadino croato, era, in realtà, da tempo, residente nella provincia di Pordenone, da dove operava attraverso una società che, solo formalmente, aveva sede legale in Macedonia.
Le indagini e il sequestro.
Le perquisizioni effettuate, l’analisi forense dei supporti informatici sequestrati, l’esame della corposa documentazione, gli approfondimenti sui rapporti bancari e finanziari e l’esecuzione di mirati accertamenti di carattere tecnico, hanno permesso di contestare all’imprenditore l’evasione di tasse e imposte per oltre 4 milioni di Euro, e di denunciarne la condotta alla Procura della Repubblica di Pordenone per omessa dichiarazione fiscale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Su richiesta dell’Autorità inquirente, all’esito delle indagini del Nucleo P.e.f., il Tribunale di Pordenone ha disposto il sequestro delle somme evase, eseguito dalle Fiamme Gialle pordenonesi su 6 fabbricati e 9 terreni, disponibilità finanziarie e contanti, gioielli e accessori di lusso (tra cui 21 orologi di prestigiosi marchi, penne, articoli di pelletteria), per un controvalore di oltre 700.000 euro.