Valichi con la Slovenia ancora chiusi.
In molti, quando hanno sentito l’annuncio del governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, hanno esultato. La possibilità di tornare in Slovenia, dopo mesi di confini chiusi a causa dell’emergenza coronavirus, ha acceso l’entusiasmo di molti friulani.
Chi, però, sognava di varcare la frontiera per fare scorta di cibo, comprare sigarette o fare il pieno all’auto è rimasto, in qualche caso, deluso. Già, perché non tutti i valichi oggi erano aperti. E in qualche caso, chi si è mosso dal Friuli verso la vicina Repubblica è stato costretto a tornare indietro. È accaduto a Tarvisio, per esempio, quando alcuni cittadini italiani sono stati fermati dalla Policija e fatti tornare indietro. Ma è accaduto anche nella zona di Gorizia, dove gli unici valichi aperti sono quelli di Sant’Andrea e San Gabriele. Chi è potuto tornare in territorio sloveno, comunque, ne ha approfittato per fare acquisti. E in qualche distributore sloveno si sono formate anche delle code.
“Frontiera chiusa”. Il Friuli dimentica il cartello sulla strada per Caporetto
E allora, che cosa è successo? La soluzione di questo “enigma” è semplice. La riapertura dei confini con la Slovenia, concessa ai cittadini del Friuli Venezia Giulia e che anticipa di 48 ore l’analogo provvedimento con l’Italia, non riguarda i valichi secondari e minori. Questi ultimi saranno riaperti soltanto lunedì, 15 giugno. Oggi, intanto, chi ha provato a sconfinare nelle zone ancora “off limits” si è trovato di fronte barriere, new jersey e anche le forze dell’ordine.
Delusione, insomma, condita da qualche protesta. Qualche friulano attendeva questo momento per riabbracciare amici e parenti in Slovenia, persone che non vedono da oltre tre mesi. Per loro, sarà necessario attendere ancora poco più di 24 ore. Però il malcontento rimane.