Riviste le stime sui morti causati dall’amianto in Friuli Venezia Giulia.
“Quella per il riconoscimento del dramma degli esposti all’amianto è una battaglia di civiltà alla quale la Regione deve partecipare senza se e senza ma. Oggi dobbiamo fare in modo che quanto è accaduto ieri non si ripeta domani, quindi la Regione continuerà ad avere un ruolo attivo, anche in sede legale, al fianco delle vittime di questo dramma che, a causa di alcuni ritardi nelle scelte istituzionali del passato, è stato identificato e riconosciuto troppo tardi”.
Questo è quanto ha dichiarato il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, durante l’intervento al convegno “Amianto: ieri, oggi, domani”. Un evento che ha toccato un tema particolarmente sentito nella città dei cantieri, dove l’incidenza del mesotelioma è particolarmente elevata ed estesa sia tra i lavoratori impegnati nella costruzione navale, sia tra i loro familiari e la popolazione in generale.
Il vicegovernatore ha quindi ribadito l’importanza del Centro regionale unico amianto (Crua) e ha confermato che “si tratta di una struttura strategica per il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia che rimarrà a Monfalcone e sarà integrata all’interno dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs)”.
A margine dell’evento Riccardi ha quindi evidenziato “la necessità di potenziare l’azione informativa sull’esposizione all’amianto per raggiungere e sensibilizzare oltre all’area giuliano-isontina, epicentro dell’esposizione da amianto, anche il resto del territorio regionale. Stando alle stime presentate a febbraio il picco per le morti d’amianto è previsto nel 2025, quindi è necessario che nei prossimi anni l’attenzione al fenomeno sia massima, così da salvare il maggior numero di vite possibile”.