L’uomo rintracciato dalla polizia e rimpatriato in Pakistan.
Un cittadino pakistano di 30 anni, considerato socialmente pericoloso, è stato espulso e accompagnato alla frontiera dalla Polizia di Stato di Udine. L’uomo, con numerosi precedenti penali, è stato imbarcato su un volo diretto in Pakistan dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, dove è giunto nella mattinata di ieri sotto scorta delle autorità italiane.
Il percorso migratorio e i ripetuti rigetti di protezione
L’uomo era entrato in Italia l’11 marzo 2016 attraverso la fascia confinaria di Tarvisio, proveniente dall’Austria. Aveva presentato domanda di protezione internazionale, respinta una prima volta dalla Commissione per il Riconoscimento della Protezione Internazionale nel novembre 2017. Dopo aver formalizzato una nuova richiesta nel luglio 2018, anche questa è stata respinta nel 2019. In entrambi i casi, il cittadino pakistano non aveva presentato ricorso nei termini previsti.
Nel frattempo, allo straniero era stato concesso un permesso di soggiorno per emersione nel 2020, valido fino al gennaio 2021. Successivamente, aveva ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro subordinato, che però non veniva rinnovato nel 2022 a causa della mancanza dei requisiti richiesti.
La pericolosità sociale e i precedenti penali
La pericolosità dell’uomo è stata accertata sulla base di un lungo elenco di precedenti penali. Tra i reati commessi: spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento, rapina, lesioni personali, minaccia, violazione di domicilio, porto abusivo di armi, ubriachezza molesta e molestie. Nel suo caso era stato anche emesso un avviso orale da parte del Questore ai sensi del Codice Antimafia.
I provvedimenti di espulsione e le difficoltà di attuazione
Il 7 agosto 2024, al cittadino pakistano era stato notificato un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Udine, con un ordine del Questore a lasciare il territorio nazionale. Tuttavia, a causa della mancanza di posti nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (C.P.R.), l’esecuzione immediata non era stata possibile. La stessa situazione si era verificata dopo un secondo decreto di espulsione, emesso il 28 agosto 2024 per inottemperanza al precedente ordine.
A seguito di una richiesta di identificazione consolare avviata dall’Ufficio Immigrazione di Udine, il Consolato Generale del Pakistan di Milano aveva rilasciato il lasciapassare necessario per organizzare il rimpatrio.
L’accompagnamento alla frontiera
Il 14 novembre 2024, il cittadino pakistano è stato rintracciato nel centro cittadino di Udine dalla Polizia di Stato, che ha eseguito un ordine di accompagnamento immediato alla frontiera. Dopo la convalida del provvedimento da parte del Giudice di Pace, lo straniero è stato accompagnato all’aeroporto “Marco Polo” di Venezia, su un volo in partenza alle ore 15.00 diretto in Pakistan dove giungeva alle ore 4.45 di ieri, scortato da personale della Polizia di Stato di Udine, e consegnato alle autorità Pakistane.
L’operazione, condotta in stretta collaborazione con il Consolato pakistano e la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, ha posto fine a una vicenda caratterizzata da reiterate irregolarità e problematiche di sicurezza.