Il grande cuore del Friuli durante l’emergenza: migliaia di donazioni in poche settimane. “Ma attenti alle truffe”

Le iniziative in Friuli per l’emergenza coronavirus.

La solidarietà in Friuli, ai tempi del coronavirus, ha molte sfumature. Dalle raccolte fondi pubbliche a quelle private, le iniziative non si contano. Qualcuna con esiti più fortunati, altre meno riuscite.

L’iniziativa patrocinata dalla Protezione civile Fvg ha quasi toccato il milione e 800 mila euro. “Aiutaci ad aiutare”, raccolta fondi per sostenere le esigenze emergenziali contro il coronavirus in regione, finora ha portato nella cassa del conto corrente dedicato 1.781.054 euro (dato aggiornato al 29 aprile). “Finora – commenta Amedeo Aristei, direttore della Protezione civile Fvg – ci sono state più di 3.000 donazioni”. Ma come sarà impiegato il denaro raccolto? “L’assessore Riccardi ancora non ha deciso, ma l’intento è di acquistare qualcosa di permanente, non di provvisorio, che rimanga cioè sul territorio anche un domani”. In attesa della scelta politica, trapela la possibilità di realizzare applicazioni infermieristiche o attrezzare reparti per la terapia intensiva: niente acquisto, per capirci, di mascherine o dispositivi di protezione individuale. Almeno, questa sembra la linea.

In questo periodo sono stati molti i gesti di solidarietà a favore dell’Azienda sanitaria Universitaria Friuli Centrale. L’ufficio comunicazione non ci fornisce cifre ufficiali, ma si limita a chiarire che “si tratta di una cifra a sei zeri, non soltanto in denaro ma anche in apparecchiature”. Molte le donazioni generose: di recente, per citare un esempio, Confindustria Udine ha regalato una Tac all’Azienda sanitaria. Soltanto oggi, poi, il Gruppo Alpini di Buttrio, organizzatore della 24Ore di Buttrio, ha donato un’auto al Distretto sanitario di Cividale. Due esempi per tratteggiare la generosità friulana.

Ma c’è anche un’iniziativa che non ha decollato. Si tratta del conto corrente straordinario istituito dal Comune di Udine per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Nonostante la generosità del sindaco Pietro Fontanini, che ha rimpinguato il fondo con 1.000 euro, il totale delle donazioni a oggi era di appena 2.274 euro, secondo i dati ufficiali forniti dagli uffici dell’amministrazione.

E come spesso accade, in situazioni di questo genere i “furbetti” si moltiplicano. “Su internet – mette in guardia Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi – proliferano le piattaforme di crowdfunding, che si occupano di ricevere le donazioni degli utenti e di destinarle alla lotta contro il coronavirus. Se si decide di avvalersi di tali piattaforme per effettuare le donazioni, è importante agire informandosi con attenzione sull’identità di chi promuove la raccolta; sull’ente destinatario delle donazioni; sull’eventuale riconoscimento da parte di quest’ultimo della campagna di raccolta fondi e, infine, sulle modalità di rendiconto. In particolare, deve essere chiaro se la donazione è gratuita o se la piattaforma prevede che una parte del contributo venga trattenuta a titolo di commissione”. È recente la notizia che alcune piattaforme di crowdfunding omettevano di informare i consumatori sull’esistenza di commissioni, inducendoli così a ritenere che la donazione fosse gratuita. Del caso, invero, si sta occupando l’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato, che ha già adottato dei provvedimenti volti alla correzione di tali pratiche scorrette, per garantire piena trasparenza ai consumatori.

“Il nostro suggerimento è quello di effettuare le donazioni direttamente a quegli enti e istituzioni che sono in prima linea contro il coronavirus – conclude Puschiasis -. È possibile usufruire di una detrazione dall’imposta lorda sul reddito pari al 30% della donazione, ma l’agevolazione può riguardare solo le donazioni in favore di Stato, regioni, enti locali territoriali, nonché degli enti o delle istituzioni pubbliche e delle fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro”. Attenzione, chiariscono infine da Consumatori Attivi, su malintenzionati che suonano alla porta – soprattutto degli anziani – per chiedere di fare un’offerta per la lotta al coronavirus; lo stesso vale per mail e messaggi WhatsApp contenenti un link per donare.