Le indagini della questura di Udine.
Nell’ambito delle dinamiche operative finalizzate alle verifiche sulla genuinità della documentazione allegata alle istanze di rinnovo/rilascio del soggiorno a favore di cittadini extracomunitari, nell’ultimo periodo, si sono concretizzate due distinte attività d’indagine che hanno riguardato la tematica in questione. Infatti, a seguito di una prima attività che aveva portato al deferimento di 18 stranieri nel maggio di quest’anno, per aver, a vario titolo, presentato istanze di lavoro stagionale fittizie, a danno di un imprenditore della ristorazione di Lignano, le successive verifiche portavano a far emergere le stesse dinamiche, da parte anche di alcuni degli stessi soggetti, in altre province italiane. In particolare, le nuove evidenze davano modo di acclarare che con le stesse modalità di quelle riscontrate nel primo filone di indagine, erano state presentate 11 istanze per lavoratori stagionali presso la Prefettura di Bari utilizzando la documentazione fittizia di un ditta agricola, totalmente ignara, della provincia di Pavia.
Di più, con la stessa documentazione erano state predisposte in diverse province italiane, prevalentemente nell’Italia settentrionale, 29 domande di emersione (lavoratore clandestino sul territorio nazionale che richiede la regolarizzazione) totalmente illegittime. La segnalazione ha comportato l’archiviazione delle istanze. Inoltre, nei giorni scorsi sono stati denunciati alla Procura di Udine due cittadini albanesi di 40 e 34 anni, residenti in questa provincia, che all’atto della presentazione della domanda per il rilascio del soggiorno di lungo periodo, allegavano all’istanza una certificazione di conoscenza della lingua italiana (come previsto dalla vigente nonna) risultata non genuina.
La documentazione in questione risultava rilasciata da una società con sede a Sarno (Salerno), effettivamente autorizzata dal Ministero e non coinvolta nelle dinamiche illecite, che provvede alla formazione ed al compimento dell’esame di conoscenza della lingua italiana, attraverso la modalità online. Si accertava che i predetti nel giorno in cui dichiaravano di aver effettuato l’esame erano regolarmente presenti sul luogo di lavoro. Le istanze sono state rigettate.