Parla Miclavez, medico negazionista radiato dall’Ordine.
Vergogna, tanta. Il dottor Antonio Miclavez, 65 anni di Udine, si è imbarazzato perfino a portare i suoi figli a scuola: “Quando ho appreso la decisione dell’Ordine dei medici, ci sono rimasto malissimo – racconta Miclavez – poi essere bollato come “radiato”, quando di fatto non lo sono, mi ha fatto vergognare anche quando accompagno i bambini a scuola“. Di recente, infatti, la Commissione disciplinare di Udine aveva deciso di radiarlo dall’Ordine per le sue frasi contrarie alle misure sanitarie adottate per contrastare la diffusione del virus. Come sottolinea Miclavez, radiato non lo è ancora del tutto: “È solo il primo grado di processo”. Su questo Miclavez sta già lavorando per la difesa al ricorso che ha presentato e nel frattempo sta valutando un’azione più importante.
La difesa.
“La decisione dell’Ordine dei medici è molto dura e credo che debba essere rivalutato il ruolo stesso dell’Ordine – commenta Miclavez – sta diventando un organo di sussidio statale, quando invece, per esempio nel mio caso, dovrebbe solo esprimere un’opinione o un giudizio”. Per il dottore diverse sono le motivazioni che sostengono la sua contrarietà alla decisione dell’Ordine.
Per prima cosa Miclavez parla di censura, ma non solo: “Nei capi di accusa ci sono frasi che io non ho mai detto – sostiene Miclavez – ad esempio dicono che io abbia affermato che io abbia parlato di “iniezioni di veleni vari”. Io ho detto che nei vaccini ci sono porcherie, non mi sono mai sognato neanche di dire che i vaccini sono dei veleni”. Secondo Miclavez l’Ordine dei medici lo ha imputato per affermazioni mai pronunciate e che, anzi, hanno solo che peggiorato la sua posizione.
Una questione politica, non medica.
Miclavez sostiene poi che l’Ordine non abbia capito il senso delle sue dichiarazioni in quanto lui voleva criticare la gestione politica della pandemia e non l’azione dei medici. “I dottori dovrebbero agire in modo indipendente dai soldi, dalle lobby, dagli interessi, invece mi sembra che l’Ordine stia facendo solo quello che viene ordinato da Roma – continua Miclavez – credo che la gestione non doveva essere politica, ma lasciata ai medici”.
Il dottore continua ad esercitare il suo lavoro, aiutato anche dal sostegno delle persone che lo chiamano per supportarlo. “Pensandoci poi tutto questo è nato da una semplice chiacchierata con un mio amico che fa il giornalista e mi ha chiesto di fare quella breve intervista incriminata – conclude Miclavez – doveva essere un semplice dialogo tra amici e invece ha fatto il giro di tutta Italia“.