La denuncia di Di Bert in Consiglio regionale sul caso di Udine.
“Tempi d’attesa inspiegabilmente lunghi per immatricolare un’auto importata: accade nella sede della Motorizzazione di Udine dove, fra la presentazione della documentazione prevista e l’autorizzazione a immatricolare, passano anche due mesi d’attesa. Un tempo esagerato rispetto a quanto accade nelle altre sedi regionali della Motorizzazione e nel resto d’Italia, che mette in difficoltà gli operatori commerciali del settore, costretti a giustificare un’attesa immotivata ai propri clienti”.
La questione è riportata in un ordine del giorno collegato alla legge di Stabilità, presentato dal consigliere regionale Mauro Di Bert, presidente del Gruppo Progetto Fvg/Ar, per impegnare la Giunta Fedriga “a valutare le azioni da mettere in atto per ridurre i tempi di attesa, migliorare e uniformare il servizio e per verificare la disponibilità dell’assessore competente e degli uffici a incontrare a breve le associazioni di categoria”.
“Non è possibile dover attendere anche due mesi perché gli uffici della Motorizzazione esaminino la documentazione presentata da importatori e concessionari – commenta in una nota Di Bert – e diano l’autorizzazione a poter targare un’auto importata. Fino a qualche tempo fa, tale procedura veniva svolta dall’ufficio della Motorizzazione di Udine in circa 10/15 giorni lavorativi, mentre nell’ultimo periodo pare che i tempi di attesa siano gradualmente dilatati, fino ad arrivare agli attuali 45/60 giorni. Una tempistica che a quanto pare non è uniforme per tutti gli uffici provinciali della Motorizzazione, ma che vede nella sede di Udine i tempi più lunghi”.
“Per un operatore commerciale – ricorda il capogruppo di Progetto Fvg/Ar – attendere quasi due mesi per poter consegnare ai propri clienti le autovetture oggetto di contratto comporta un’importante esposizione finanziaria, aggravata dai costi delle auto prestate dal momento che quasi sempre alla base del contratto di acquisto c’è la permuta della precedente auto. Da considerare poi anche il danno economico e d’immagine subito dagli operatori del settore, in quanto è difficile spiegare all’acquirente senza una plausibile motivo i gravi ritardi nella procedura di immatricolazione”.