Il gruppo Danieli replica al Ministero della Difesa ucraino.
Dopo le accuse da parte del Ministero della Difesa ucraino arriva la risposta del Gruppo Danieli.
A scatenare la polemica era stato proprio un tweet del Ministero Ucraino: “Dopo quattro mesi di guerra su larga scala, Danieli, con sede in Italia, collabora ancora con stabilimenti russi, fornendo attrezzature per la produzione di sottomarini nucleari e corazzature per carri armati. Sostenere il complesso militare russo va contro considerazioni legali e morali”, avevano scritto.
After four months of the large-scale war, Italian-based #Danieli still collaborates with russian plants, supplying equipment to produce nuclear submarines and tank armor. Supporting russian military complex goes against lawful and moral considerations. #BoycottRussia pic.twitter.com/yxV2x7nk9l
— Defence of Ukraine (@DefenceU) June 20, 2022
La risposta della Danieli.
La risposta dell’azienda di Buttrio non è tardata ad arrivare. “Le attività del Gruppo Danieli non contemplano in alcuno modo la produzione diretta di materiale bellico e i contratti stipulati non prevedono mai il coinvolgimento nelle scelte di produzione dei clienti”.
“Il Gruppo Danieli ha messo in atto tutte le misure necessarie a conformare le proprie attività ai provvedimenti adottati dall’Italia e dall’Unione Europea, a seguito dei tragici avvenimenti legati alla guerra in corso in Ucraina. Tali misure sono state applicate senza indugio a persone, entità e società oggetto delle sanzioni”.
Nella nota la società ha ricodato anche “l’impegno sul fronte dell’emergenza umanitaria e sta fornendo un aiuto concreto alla popolazione coinvolta nella guerra in Ucraina. I dipendenti impiegati presso l’ufficio tecnico del Gruppo Danieli a Dnipro (attualmente chiuso) sono stati portati al sicuro, assieme alle rispettive famiglie: la società ha organizzato trasporto e accoglienza per circa 100 persone presso il Campus Danieli in Friuli Venezia Giulia. Con lo scopo di tutelare l’immagine aziendale e ogni interesse degli azionisti, diffidiamo pertanto dal pubblicare ulteriormente notizie errate e/o false idonee”