Lavoratori in nero e irregolarità, multe per 60mila euro

I Carabinieri del NIL (Nucleo Ispettorato del Lavoro) di Trieste con la collaborazione dei militari del Comando Provinciale di Triestedi via Hermet, nell’ambito di un’attività coordinata e congiunta finalizzata a prevenire e reprimere fenomeni dello sfruttamento del lavoro e di quello in nero e alla verifica della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno intensificato i controlli presso le attività di ristorazione.

I controlli.

I controlli, diretti ad accertamenti di natura ordinaria e tecnica, hanno riguardato la verifica della regolare occupazione dei lavoratori e del rispetto del contratto di lavoro, con particolare riguardo al contrasto dei più gravi reati della tratta di persone e dello sfruttamento di eventuale manodopera clandestina. L’attività ispettiva è stata rivolta in particolare alla verifica della regolarità sul territorio nazionale di cittadini stranieri e al contrasto dello sfruttamento degli stessi lavoratori da parte dei datori di lavoro.L’esito delle ispezioni, svolte nel comune di Trieste a più attività operanti nel settore, ha interessato diverse attività con la verifica della posizione contrattuale di 30 lavoratori.

Le irregolarità e le sanzioni.

Nel dettaglio presso un ristorante etnico sono stati individuati 3 lavoratori in nero, di cui uno minorenne, con conseguente adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.

In una pizzeria di Trieste è stata accertata l’assenza di formazione inerente alla sicurezza nei luoghi di lavoro da parte di 2 dipendenti, così come in analoga attività dove oltre all’assenza di formazione per un lavoratore veniva accertata anche la presenza irregolare di un impianto di videosorveglianza privo di autorizzazione, utilizzato anche per il controllo a distanza dei lavoratori.

In altra attività di ristorazione è stata accertata l’assenza del documento di valutazione dei rischi motivo per cui è stata disposta la sospensione dell’attività fino al ripristino della regolarità. Complessivamente sono state elevate sanzioni amministrative per 60.000 euro e per 2 attività è stato adottato il provvedimento di sospensione.