L’indagine sui rinnovi del permesso di soggiorno.
L’attività di controllo della Squadra Mobile e dell’ufficio immigrazione della Questura di Udine sulla documentazione allegata alle istanze di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno ha permesso di accertare alcune irregolarità che si sono tradotte in una serie di denunce nei confronti di alcuni cittadini italiani e stranieri.
Durante le indagini sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Udine per falso 2 cittadini albanesi di 35 anni, il primo in qualità di datore di lavoro ed il secondo quale richiedente il rinnovo del titolo del soggiorno. Nella circostanza, è stato appurato che il primo ha contrattualizzato il secondo per lavorare in un esercizio commerciale della provincia di Udine. Di fatto, l’assunzione non si sarebbe mai potuta concretizzare, vista la condizione di clandestina del presunto lavoratore.
Inoltre dopo l’istanza di rinnovo presentata presso la Questura di Udine da parte di un cittadino kosovaro, sono emerse delle irregolarità da parte di una ditta edile, ubicata in provincia di Treviso, gestita da un cittadino kosovaro. Infatti, le prime evidenze davano conto che il titolare della impresa aveva assunto sei connazionali, non risultando essere stati versati i contributi previdenziali ed assicurativi dovuti. A seguito della segnalazione l’Inps di Treviso ha disposto il disconoscimento dei rapporti di lavoro apparentemente sottoscritti dall’azienda, contestualizzando una serie di violazioni, pari ad alcune decine di migliaia di Euro. Si è provveduto quindi a segnalare alle Questure competenti i lavoratori interessati dagli accertamenti al fine di verificare se abbiano utilizzato le contrattualizzazioni in questione per rinnovare il soggiorno.
Infine sono stati denunciati sette soggetti, di cui 5 stranieri di nazionalità kosovara per aver, a vario titolo, predisposto contratti di lavoro fittizi, che venivano poi allegati alle istanze di rinnovo del soggiorno. Le indagini hanno riguardato una donna kosovara 29enne, residente a Udine, che all’atto del rinnovo del soggiorno e, successivamente, nell’istanza di ricongiungimento famigliare del marito, ha allegato una documentazione non veritiera, come contratti di lavoro e buste paga. Le stesse dinamiche sono state riscontrate per un altro lavoratore kosovaro 26 enne, che presentava documentazione fittizia, per il rinnovo del soggiorno presso questa Questura, riguardante le medesime società del primo caso. Dallo sviluppo dell’investigazione, sono stati acquisiti elementi nei confronti degli amministratori delle società in questione (2 italiani di 52 e 62 anni e due kosovari di 31 e 41 anni, che sono stati deunciati anch’essi alla Procura.