Le motivazioni dello sciopero.
Le organizzazioni di categoria dei gestori dei distributori di carburanti (Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio) confermano lo sciopero già annunciato che coinvolge sia la rete ordinaria che quella autostradale. Lo stop andrà dalle 6 di mercoledì alle 6 di venerdì, self service compresi, prevedendo una manifestazione in piazza Montecitorio dalle 10 alle 13 del 6 novembre.
Al sit-in parteciperanno i gestori provenienti da tutta Italia, per protestare contro il dilagante fenomeno dell’abusivismo contrattuale e la piaga dell’illegalità. Le associazioni sollecitano da anni la politica e le altre componenti del settore ad adottare una riforma complessiva che metta mano al sistema di regole che ha aperto le porte ad ogni forma di illegalità. Al contrario, accusano, “governo e agenzia delle entrate da una parte, le compagnie ed i retisti dall’altra, continuano a trovare il modo per adottare provvedimenti il più delle volte disorganici, confusi, calati su una rete di vendita non ammodernata e persino male mantenuta e dall’esito incerto”.
Ad essere ignorato dalla politica, proseguono, è il fatto “che i gestori hanno un margine del 2% sul prezzo di vendita, scaricando interamente solo su di essi responsabilità e costi che dovrebbero invece essere considerati ‘di sistema’. Gestori che, inoltre, continuano a pagare il conto salatissimo di comportamenti tanto illegali quanto ingiustificatamente tollerati”.
Questi costringerebbero oltre il 60% della categoria a vedersi imporre forme contrattuali in aperta violazione delle leggi vigenti, alimentando un’altra forma di illegalità contributiva a danno degli operatori onesti, ed a subire, ancora nel 2019, l’imposizione di margini economici del 30% inferiori a quelli già riconosciuti nel 2011.