Arrestato dai carabinieri di Gorizia.
Un cumulo di condanne per reati fallimentari e truffe riportate tra il 2012 ed il 2018, complessivamente di 6 anni e 6 mesi di reclusione. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Peschiera del Garda, unitamente a quelli della locale Stazione e della Compagnia di Gorizia, hanno rintracciato e tratto in arresto P.M.F., ieri un cinquantaduenne residente a Peschiera del Garda, destinatario di un Ordine di esecuzione per la pena detentiva emesso dall’Ufficio esecuzioni penali di Brescia.
P.M.F., già da qualche tempo beneficiava dell’affidamento in prova al servizio sociale, ed evidentemente aveva il presentimento che gli potesse essere notificato da un momento all’altro un provvedimento più restrittivo, difatti si era allontanato dalla sua abitazione di Peschiera del Garda dove aveva l’obbligo di permanervi dalle ore 23 alle 6 di ogni giorno, facendo perdere di fatto le proprie tracce.
I carabinieri, accertato l’allontanamento, avviavano immediatamente le ricerche di P.M.F. senza però rintracciarlo nei giorni a seguire: questi sembrava scomparso nel nulla, ed era stato molto scaltro a fare in modo di non lasciare nessun indizio che potesse consentire di trovarlo.
Tuttavia, venivano eseguite delle attività tecniche di intercettazione, le cui risultanze, poste in relazione agli accertamenti svolti, consentivano di localizzarlo presumibilmente nella città di Gorizia. A quel punto particolare rilevanza assumevano i movimenti della moglie del P. che confermavano quasi sicuramente come lo stesso si trovasse nella città friulana poiché la donna vi si era recata in occasione delle festività pasquali.
L’individuazione esatta dell’appartamento dove si nascondeva P.M.F., avveniva grazie ad un attenta analisi del luogo in cui era stata ritrovata l’autovettura della donna, cioè in una zona centrale di Gorizia. Una volta individuato il condominio più papabile, i militari avevano certezza che l’uomo si trovasse in uno degli alloggi dello stesso poiché un’anziana inquilina riconosceva l’uomo in una fotografia che le veniva mostrata, indicando loro con esattezza quale fosse l’appartamento da questi occupato. Ai militari altro non restava che attendere che qualcuno aprisse la porta per potervi entrare, come difatti accadeva di li a poco. P.M.F. si trovava nell’appartamento insieme a sua moglie e a sua figlia. Notificatogli il provvedimento di rientro in carcere, veniva condotto negli uffici dell’Arma locale per le formalità di rito e poi trasferito presso la Casa di Reclusione di Gorizia, a disposizione dell’autorità giudiziaria.