La sentenza nei confronti di Paolo De Toni, leader del Comitato No Acciaieria.
Il Tribunale di Udine, in composizione monocratica, ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di Paolo De Toni, uno dei leader del Comitato No Acciaieria a San Giorgio di Nogaro. Con la decisione del 7 marzo scorso, il giudice Fabio Luongo ha stabilito un risarcimento di 4.000 euro a favore dell’ingegnere Gianpietro Benedetti, ex presidente del gruppo Danieli, scomparso nell’aprile 2024, per danni da diffamazione legati alla pubblicazione di alcuni post su Facebook. Tuttavia, il tribunale non ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dalla società Danieli, che ammontava a 50.000 euro.
I commenti delle parti.
La sentenza ha inoltre previsto la compensazione integrale delle spese legali tra le parti, evitando così ulteriori oneri economici per entrambe. A comunicarlo è stato l’avvocato difensore di De Toni, Carlo Monai, che ha espresso soddisfazione per l’esito del processo. “Siamo sollevati da questa sentenza – ha dichiarato Monai – poiché evita una condanna estremamente gravosa per il nostro assistito. Il giudice ha riconosciuto solo una parte minima della richiesta avanzata dall’ingegnere Benedetti e ha rigettato integralmente quella della Danieli, ritenendo che vi fosse una reciproca soccombenza.”
L’attivista De Toni, noto per la sua opposizione al progetto Danieli-Metinvest volto alla realizzazione di un’acciaieria a San Giorgio di Nogaro, era stato citato in giudizio con una richiesta di risarcimento danni per 100.000 euro. L’azione legale era stata promossa dal gruppo Danieli Spa, che aveva chiesto 50.000 euro in qualità di azienda, e da Benedetti a titolo personale per un ulteriore importo di 50.000 euro. La citazione era stata notificata il 29 gennaio 2024.
Dal canto suo, l’avvocato di Danieli e Benedetti, Maurizio Miculan, ha espresso soddisfazione per la sentenza: “La vicenda processuale, per quanto ci riguarda, si chiude qui – ha dichiarato -, poiché l’azione legale è stata intrapresa con l’obiettivo di tutelare la reputazione dell’ingegnere Benedetti e della Danieli, e questo risultato è stato ottenuto”. Miculan ha inoltre evidenziato un passaggio significativo della sentenza, sottolineando come il Tribunale abbia riconosciuto che l’iniziativa giudiziaria di Danieli e Benedetti si sia svolta “nel pieno rispetto della legalità” e non possa in alcun modo essere interpretata come un “atteggiamento antidemocratico o persecutorio”.