Lignano, disavventura per un 72enne che aveva deciso di comprarsi una barca.
Ha comprato una barca, e poi ha deciso di affidarla a una ditta per qualche lavoretto di manutenzione. Solo che un’impiegata della ditta, secondo quanto ricostruito, gliel’ha rivenduta a sua insaputa, intascandosi i soldi, senza che lui nemmeno lo sospettasse.
Disavventura decisamente fuori dall’ordinario quella capitata a un agente assicurativo friulano di 72 anni, che dopo aver acquistato una barca, forse il sogno di una vita, aveva deciso di contare sulla società che aveva fatto da mediatore nella compravendita per la manutenzione del natante.
Non l’avesse mai fatto, verrebbe da dire. Perchè un’impiegata della ditta, secondo quanto appurato in seguito, avrebbe messo in vendita (all’insaputa anche del datore di lavoro) quella stessa barca, ma senza avvisare il legittimo proprietario. Il quale, del tutto ignaro, dopo un anno che aspettava venissero eseguiti i lavori di manutenzione concordati e sempre rinviati con qualche scusa, ha trovato la sua barca ormeggiata alla marina di Monfalcone con un altro nome: non si chiamava più “My Dream”, ma “Arcadia”. Eppure era proprio lei.
A quel punto, scattate le indagini, si è risaliti all’impiegata della ditta che doveva occuparsi dei lavori di manutenzione. La quale, dopo essere stata licenziata, è stata condannata dal tribunale di Udine a risarcire al 72enne, in solido con il Centro nautico presso il quale lavorava (che si è sempre dichiarato del tutto estraneo a quanto accaduto), la somma di 42mila euro a titolo di risarcimento per il danno subito.