I controlli della polizia stradale.
Nella prima mattinata di ieri il Centro operativo autostradale emanava una nota di rintraccio di un complesso autoarticolato bulgaro, che poteva trasportare clandestini. L’informazione proveniva da un solerte camionista friulano che, guidando il proprio mezzo, notava qualche movimento da una piccola apertura posta sul semirimorchio del mezzo pesante che lo precedeva.
L’attento conducente si avvicinava il più possibile al veicolo che lo precedeva per cercare di vedere ciò che si muoveva nel carico del collega. Avvicinandosi riusciva a notare che il movimento era quello delle teste di esseri umani che di certo non avrebbero potuto viaggiare li.
Per questo contattava subito la polizia stradale fornendo tutte le informazioni utili al rintraccio ed il fermo per controllo del veicolo che, avveniva in pochi minuti presso il casello autostradale di Latisana per effetto del puntuale intervento di una pattuglia della Sottosezione di Palmanova.
Si trattava di un mezzo pesante bulgaro condotto da un cittadino di quel Paese che, a richiesta dei poliziotti di Palmanova, apriva le porte posteriori del vano carico del semirimorchio dove, in fondo allo stesso, in uno spazio di non più di 25 centimetri, venivano rinvenute due persone di sesso maschile.
I predetti, fatti scendere dal mezzo, risultavano essere due giovani, dichiaratisi, in stentata lingua inglese, cittadini afgani. Grazie alla preziosa opera di un interprete bulgaro reperito telefonicamente, la pattuglia appurava che il conducente del mezzo bulgaro aveva fatto una sosta di 11 ore in territorio sloveno, era transitato in territorio nazionale da un valico a Trieste ed aveva fatto una brevissima sosta in un autogrill, poco dopo il confine per il tempo necessario alla consumazione di un caffè.
Veniva altresì appurato che i giovani afgani avevano praticato un taglio al telone, alla parte superiore, per poter respirare agevolmente ed è per tale motivo che sono stati scorti dal camionista che aveva allertato la polizia.
Considerata l’attuale emergenza sanitaria connessa al virus “Covid 19”, veniva richiesto l’ausilio del personale della Questura di Udine per il trasporto in sicurezza dei clandestini che venivano da prima fatti visitare dal medico presente alla “ Ex Caserma Cavarzerani” di Udine, luogo che assiste i richiedenti asilo, appurando che i clandestini non avevano sintomatologie connesse con il virus “Covid 19 e successivamente accompagnati presso la Questura di Udine per le pratiche di fotosegnalamento ed espulsione, giacché gli stessi manifestavano l’intenzione di lasciare il territorio nazionale, per dirigersi in altri stati europei. A conclusione degli accertamenti i clandestini sono stati deferiti alla competente autorità giudiziaria.