La trattoria Ai Cacciatori chiude dopo quasi mezzo secolo di storia.
Ha chiuso la storica trattoria Ai Cacciatori di Cavasso Nuovo, lasciando un vuoto profondo sia tra gli appassionati del buon cibo che tra gli affezionati clienti, diventati amici nel tempo.
Ai Cacciatori era molto più di un semplice ristorante: era il luogo del cuore, della tradizione, dell’amore per il territorio e della cucina perfetta. Fin da sempre, la trattoria di Daniele Corte, per tutti “Danel” e sua moglie Angelina Zecchini, ha saputo conquistare il palato e l’anima di chiunque varcasse la sua soglia. Un talento che gli è valso anche importanti riconoscimenti del Gambero Rosso, la Chiocciolina della guida Slow Food e il Bib Gourmand della Michelin, per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo.
Tuttavia, la chiusura è avvenuta a causa dei problemi di salute di Daniele, che nonostante abbia superato con successo le difficoltà, ha perso l’energia necessaria per portare avanti l’attività come un tempo. Daniele era l’anima instancabile del bancone e della sala, il regista di una bellissima atmosfera che ha reso la trattoria un luogo unico e speciale. Senza di lui, Ai Cacciatori avrebbe perso quell’incanto e quel tocco personale che solo un padrone di casa come lui sapeva offrire.
L’apertura negli anni ’70.
La storia di Ai Cacciatori ha radici profonde che risalgono agli anni ’70. Daniele, nativo di Torviscosa, si innamorò perdutamente di Angelina durante un concerto a Cavasso Nuovo nel novembre del 1970. Cinque anni più tardi, i due diventarono marito e moglie e insieme iniziarono l’avventura culinaria della loro vita. Nel 1977, Daniele costruì un prefabbricato, che poi divenne una trattoria, e da qui nacque Ai Cacciatori, prima chiamata “Là di Danel”.
Angelina, una cuoca autodidatta, si mise ai fornelli e creò piatti deliziosi e genuini, diventando una vera e propria maestra della cucina. Danel, iniziò a selezionare le migliori prelibatezze del territorio per arricchire la cantina del ristorante. L’attenzione per i dettagli, l’amore per il territorio e la passione per la cucina autentica hanno permesso alla trattoria Ai Cacciatori di diventare una delle eccellenze della cucina italiana.
Ogni piatto raccontava una storia: dagli gnocchetti di pane e farro con sugo di cinghiale ai blecs di grano saraceno o castagne con ragù di lepre o di agnello, fino al celebre risotto con Scjaglin, vino bianco autoctono dello Spilimberghese, e formadi frant. Non potevano mancare i tortelli con il radic di mont, il radicchio di montagna, e la celeberrima Pitina della famiglia Bier. Ogni boccone era un viaggio nel gusto e nella tradizione.