Ecco i punti della riforma approvata oggi in Consiglio regionale.
Mantenere le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale (Ater) quali enti pubblici economici, ma rivederne la governance nell’ottica di una maggiore sinergia che comunque rispetti le specificità territoriali: con questa finalità la Giunta regionale, attraverso l’assessore Graziano Pizzimenti, ha messo sul tavolo della IV Commissione consiliare – presieduta da Lorenzo Tosolini (Lega) – una riforma contenuta nel disegno di legge n. 56 “Ordinamento delle Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, nonché modifiche alla legge regionale 1/2016 in materia di edilizia residenziale pubblica”.
Pizzimenti ha da subito rassicurato i più affermando che la sede Ater di Tolmezzo non verrà chiusa, a differenza delle false notizie circolanti in questi giorni. Invece è vero che anche le case Ater ubicate in montagna risentono dello spopolamento di quell’area, con bandi di assegnazione che vanno deserti oppure c’è il rifiuto ad accettare quegli alloggi. E vero è anche che l’Ater di Tolmezzo da alcuni anni è in perdita, rispetto ai costi di gestione, e si mantiene solo grazie al Fondo sociale; oggi la perdita è di oltre 20 mila euro annui ed è in costante aumento.
Altro dato, l’assessore lo ha fornito in merito ai costi: oggi i compensi dei cinque direttori generali delle Aziende territoriali sono rispettivamente 135 mila euro per Trieste e per Udine, 115 mila per Pordenone e per Gorizia, 90 mila per l’Alto Friuli, per un totale di 590 mila euro. La riforma, che prevede di passare da 5 direttori generali a 2 consigli di amministrazione, farebbe scendere la spesa totale a 412 mila euro così distribuiti: cda Ater Trieste e cda Ater Udine 42 mila euro ciascuno (30 mila al presidente e 6 mila ai due consiglieri), il direttore di Trieste-Gorizia e il direttore di Udine-Pordenone 135 mila ciascuno; cda Ater Gorizia e cda Ater Pordenone 29mila euro ciascuno (20 mila al presidente e 4,5 mila ai due consiglieri).
Passando agli articoli, nei primi due, tra l’altro, in relazione al processo fruttifero di uniformità messo in atto negli ultimi anni si propone l’accorpamento dell’Ater Alto Friuli nell’Ater Udine. Si ribadisce la volontà di un sistema che agisca in maniera univoca su funzioni fondamentali quali la programmazione economica e finanziaria e la gestione contabile e di bilancio, la progettazione e direzione lavori, sicurezza e collaudo, la gestione e formazione del personale, gli uffici legali, i procedimenti in materia di anticorruzione e trasparenza, i servizi informatici e il trattamento degli utenti; sistema che deve peraltro uniformare le procedure di gara e i contratti.
Negli articoli da 4 a 7 è introdotto il consiglio di amministrazione, composto da tre componenti e che vedrà nel suo presidente il rappresentante legale; si abroga, conseguentemente, la figura del direttore generale. E si propone che in caso di estensione ad altra circoscrizione elettorale il consiglio di amministrazione sia aumentato di un componente, nonché la fusione per incorporazione dell’Ater Alto Friuli in Ater Udine.
Nell’articolo 15 è confermato il compito di vigilanza della Regione, sottoponendo specifiche determinazioni all’approvazione della Giunga regionale. Nel 16 sono, invece, confermati lo stato giuridico e il trattamento economico del personale delle Ater ed è mantenuto il livello occupazionale anche relativamente alla fusione per incorporazione dell’Ater Alto Friuli in Ater Udine. Si propone peraltro, che al personale si applichino discipline omogenee in ordine allo stato giuridico.
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