Si veste come un deportato ebreo, bufera sul candidato di Pordenone “no pass”

La protesta contro il Green Pass di Vitto Claut.

Una situazione che lo fa sentire come gli ebrei deportati del 1937. Questa la motivazione che ha spinto l’avvocato in pensione Vitto Claut ad indossare i vestiti simili a quelli degli ebrei internati, con tanto di stella a sei punte sul petto, per manifestare contro il Green pass. Claut però non è solo un avvocato: è stato anche candidato sindaco con “Coalizione etica” per la città di Pordenone oltre ad essere presidente regionale del Codacons.

Per Claut l’obbligatorietà del Green pass ha reso di nuovo possibili le discriminazioni, come quelle del periodo fascista. Durante i suoi diversi interventi Claut ha spiegato di non essere contro il vaccino, ma contro l’obbligo imposto dal governo del documento verde. In un’intervista spiega che non è possibile come il personale sanitario o i docenti non possano lavorare. Lui stesso poi si sente un emarginato dalla vita sociale perché limitato nella sua libertà non avendo il Green pass.

Le critiche.

La scelta del “pigiama a righe” di Claut ha acceso le polemiche. Molti infatti hanno trovato l’iniziativa dell’ex candidato sindaco di cattivo gusto. Sui social non sono mancati i commenti: c’è chi invita Claut a visitare i campi di concentramento, chi a ristudiare la storia e chi trova inqualificabile il gesto di Claut e ipotizza una denuncia per “vilipendio a martiri innocenti“.